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Russia e Cina hanno posto il veto alle sanzioni dell’ONU alla Nord Corea per il lancio di 8 missili

“Per la prima volta in 15 anni Paesi che fanno parte del Consiglio di sicurezza hanno usato il loro potere di veto per impedire al Consiglio di adempiere alle sue responsabilità, vale a dire, per fare in modo che la Corea del Nord risponda della proliferazione illegittima che promuove”

Questo il commento della rappresentante permanente americana al Palazzo di Vetro, Linda Thomas-Greenfield che ha aggiunto: “Oggi, il veto è uno strumento pericoloso”. Ma vediamo cosa è successo. Russia e Cina ieri hanno posto il veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su una bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti, che conteneva nuove sanzioni contro la Corea del Nord, rea di ripetute violazioni al bando dei test missilistici.

Ciò che è accaduto ieri è un campanello di allarme per il mondo intero, anche perché è la “Prima volta in 15 anni” che accade. Dal 2006 in poi infatti, il fronte internazionale compatto contro la Corea del Nord, ha sempre approvato le  nove diverse risoluzioni contro Pyongyang, ma ieri si è spaccato.

Nelle discussioni nessuno ha parlato della guerra in Ucraina, ma è evidente che il voto di ieri al Palazzo di Vetro, preannuncia la nascita di un fronte comune tra Russia, Cina e Corea del Nord , che si contrappone al modello Stati Uniti-Nato, che potrebbe essere anche l’inizio di una nuova “pericolosa” fase nelle relazioni internazionali.

La richiesta di nuove sanzioni era stata giustificata dagli Stati Uniti dal fatto che la Corea del Nord quest’anno ha già fatto ben 16 test di missili, l’ultimo  mercoledì, quando ne sono stati lanciati pare otto. Inoltre almeno uno di questi ha riguardato un missile balistico intercontinentale.

I cinesi, per voce dell’inviato all’Onu, Zhang Jun, si sono affrettati a giustificare il loro veto precisando che già in passato erano state fatte altre sanzioni contro i nordcoreani, ma come dimostrano i fatti ad oggi non hanno fermato i programmi di armamento di Pyongyang, anzi, li avrebbero intensificati.

Dello stesso tenore le precisazioni sul veto dell’inviato di Mosca, Vasily Nebenzya, che ha parlato delle pericolose conseguenze umanitarie di nuove sanzioni. “Dal 2006, sono state adottate numerose misure restrittive contro Pyongyang, – ha chiarito Vasily Nebenzya – tuttavia, come la storia ha dimostrato, il paradigma delle sanzioni non è riuscito a garantire la sicurezza della regione o risolvere la questione dei missili e della non proliferazione”.