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Salute & Benessere. Celiachia: ecco come riconoscerla da alcuni segnali “spia”

La celiachia non è un’intolleranza o un’allergia, ma una patologia cronica, un’enteropatia auto–infiammatoria permanente, con tratti di auto-immunità, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti

La celiachia non è una moda, ma una malattia. Molte persone pensano di avere questo problema, senza aver mai avuto una diagnosi da parte di un medico. I sintomi della celiachia possono variare notevolmente e non sempre si manifestano, soprattutto negli adulti: tra i più frequenti ci sono diarrea, gonfiore addominale e meteorismo, crampi all’addome, perdita di peso e astenia.

Oggi da un punto di vista medico, la celiachia non è più considerata una malattia rara, ma è anche vero che non basta avere un po’ di pancia gonfia dopo aver mangiato una pizza, per pensare di soffrire di questa malattia autoimmune.

Per diagnosticare questo problema serve una diagnosi precisa, che può fare solo un gastroenterologo. Diciamolo subito, i “test fai-da-te” o gli esami eseguiti in farmacia non bastano. Anzi, a volte confondono le idee. «Solo il gastroenterologo, dopo un’attenta anamnesi e dopo aver prescritto gli esami del sangue specifici, può arrivare alla diagnosi definitiva di malattia celiaca» spiega la dottoressa Roberta Elena Rossi, gastroenterologa all’Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano).

Vediamo quali sono i segnali da non sottovalutare

Uno dei motivi per cui non è facile arrivare a una diagnosi certa di celiachia è che questa malattia si manifesta con molti sintomi diversi tra loro. O con nessuno. «In alcuni casi, infatti, la celiachia può essere asintomatica. Nella maggior parte degli adulti, però, la malattia si palesa con una sintomatologia molto varia» chiarisce la dottoressa Roberta Elisa Rossi che è anche consulente a Humanitas Medical Care De Angeli.

«Negli adulti si sovrappongono sintomi classici, come il gonfiore addominale, la diarrea o il calo di peso, ad altri più aspecifici come dispepsia, cioè la difficoltà a digerire» spiega la gastroenterologa. «Oltre a questi, possono comparire anche transaminasi alte, o anemia, o un deficit di vitamine B12 o D o di acido folico. Anche afte o stomatite, alcune alterazioni neurologiche, poliabortività e infertilità possono far sospettare la celiachia. La difficoltà della diagnosi è che questi sintomi di rado compaiono tutti insieme. Variano da persona a persona e possono mutare nel tempo» conclude l’esperta.
Più a rischio chi soffre di altre malattie

Può capitare che si scopra di soffrire di celiachia quando si è in cura per altri disturbi. «Potrebbe essere il caso di chi soffre di soffre di ipotiroidismo autoimmune o di diabete mellito di tipo 1» spiega la dottoressa Rossi. «In questi casi è l’endocrinologo che, sospettando la celiachia, invia il paziente dal gastroenterologo» continua l’esperta. Questa malattia, che rende gli alimenti contenenti glutine davvero “indigesti”, ha anche una forte familiarità. «Non significa che tutti i figli di celiaci diventino a loro volta dei celiaci. Sicuramente, però, hanno più probabilità di andare incontro allo sviluppo della malattia» chiarisce l’esperta.

La celiachia come ogni altra malattia, può colpire a qualsiasi età

La celiachia può comparire nei bambini molto piccoli, come in chi ha più di 80 anni. «Di fatto, si sa che ci sono soggetti più predisposti, ma non si conosce esattamente la causa che porta questa malattia a manifestarsi» spiega la dottoressa Rossi. Con certezza, al momento, si sa che la celiachia ha una base autoimmune. In parole più semplici, il nostro organismo attacca se stesso, non si conoscono però i fattori scatenanti che fanno partire questa “autoaggressione”. «Potrebbe essere un’infezione, o anche la cura prolungata con alcuni medicinali, o interventi chirurgici. Ma spesso non si capisce perché una persona a un certo punto diventi celiaca» spiega la gastroenterologa.

Chi è celiaco deve escludere dalla dieta non solo la pasta, ma tutti i carboidrati che contengono glutine. 

Come si manifesta la celiachia nei bambini

«In genere, la diagnosi di celiachia nei bimbi molto piccoli avviene entro i due anni di età. E comunque dopo l’ingestione di cibi solidi contenenti glutine » spiega la dottoressa Rossi. Di solito, nei bambini la celiachia si manifesta con diarrea e dolori addominali ricorrenti, pancia gonfia, stanchezza e mal assorbimento dei nutrienti. «È proprio la difficoltà ad assorbire nel modo corretto ciò che si viene ingerito, che porta spesso il bambino ad avere un rallentamento nella crescita» conclude l’esperta.

Come si scopre nei più piccoli

Se si sospetta che il piccolo sia celiaco è ancora più importante rivolgersi a un gastroenterologo. Meglio evitare i test-fai-da-te: potrebbero dare dei falsi positivi o dei falsi negativi. Il gastreoenterologo, dopo aver ricostruito la storia medica personale familiare, potrà decidere di sottoporre il bambino agli esami specifici. Si tratta di un semplice prelievo di sangue, che permette di scoprire se sono presenti gli anticorpi specifici per questo disturbo. «In caso di dubbio si può ricorrere anche ai test genetici o all’esame endoscopico con biopsia. Quest’ultima nei bambini si può evitare, quando i risultati degli esami dei livelli di anticorpi sono alti» spiega l’esperta.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cadenza settimanale.