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Sciacca. Ambrogio resta senza sedia e mette il muso: si dimette dalle commissioni consiliari


Dopo l’Orlando di Ariosto, ecco spuntare l’Ambrogio Furioso dell’Aula consiliare saccense: oggi il consigliere ha presentato le dimissioni da componente delle Commissioni

Un gesto chiaro per il consigliere – noto principalmente per le sue battaglie a favore della Perriera – : è dall’inizio del mandato che aspetta la “promozione” ad assessore, promozione che sicuramente non arriverà, mai.

Per noi di Fatti&Avvenimenti tutto ciò era ovvio, il sindaco Valenti ce lo aveva dichiarato già lo scorso 11 di Agosto – qui l’articolo clicca –, per Ambrogio in giunta non c’è spazio, soprattutto perché la squadra assessoriale non si cambia, Alongi compresa.

Eppure Ambrogio, un po’ come quegli innamorati a senso unico che sperano fino all’ultimo che la propria amata si ravveda “dall’errore”, ci ha sperato fino all’ultimo, anzi, fino a natale. Ma adesso anche le speranza stanno crollando e Ambrogio si dimette dalle commissioni consiliari per dare un segnale forte.

Ma nelle poche righe con cui Ambrogio si dimette c’è un riferimento, chiaro, ai suoi 382 voti presi alle comunali. E qui dimostra una certa ingenuità politica, malgrado dietro di sé dovrebbe avere quel grande lupo politico che indubbiamente è Cusumano: 382 voti? Siamo a bocce ferme, le uniche elezioni vicine sono le nazionali, a cosa servono questi 382 voti? In consiglio ha lo stesso voto sia chi è entrato con 190 voti, si chi vi ha avuto accesso con ben 833 voti come il primo eletto Fabio Termine di Mizzica, che però, paradosalmente, è proprio il più svantaggiato in consiglio, avendo solo sé stesso dalla sua parte.

Tutto questo per dire che a bocce ferme, i voti dimostrati servono a poco, si possono millantare a ridosso delle prossime elezioni comunali/regionali, tra 5 anni, sperando chiaramente di poterli riconfermare. Questa è la politica, baby!

Ma adesso cosa accadrà? Questo non è facile prospettarlo.

Qualcuno crede che Ambrogio sia una sorta di bomba politica pronta a scoppiare: con le dimissioni, il timer è stato acceso e non resta che aspettare un provvidenziale intervento degli artificieri – e non mancano in seno a questa maggioranza – oppure l’esplosione – con relativa fuoriuscita di Ambrogio e passaggio all’Opposizione.

Ma in quest’ultimo caso, Ambrogio perderebbe sicuramente l’amicizia di quelli che in questo momento sono stati suoi compagni sotto Cusumano  – difficile pensare che Cusumano voglia fare sul serio per avere a tutti i costi un altro assessorato -, e soprattutto, non cambierebbe nulla ai fini del governo della città: la maggioranza ha 14 consiglieri contro 10. Se Ambrogio passasse dall’altro lato diventerebbero 13 contro 11. Il resto della maggioranza è solida come l’acciaio, e sostanzialmente potrebbe saltare solo con un atto assurdo come la rimozione di un Mandracchia dal ruolo di assessore – ipotesi che non sta né in cielo né in terra -.

Quindi, in conclusione, per Ambrogio vale un po’ il concetto: “O ti mangi questa minestra o ti butti dalla maggioranza”.