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Sciacca Calcio. Valenti: “Mercurio ha cestinato la squadra” e vuole lo stadio, si rimpiangono altri Presidenti


Il sindaco Francesca Valenti non ci sta: “Il presidente dello Sciacca Calcio Enrico Mercurio, non ama la squadra e l’ha cestinata”. Una frase forte che fa comprendere l’amarezza per ciò che è successo.

L’amarezza del sindaco, secondo quanto dichiarato alla nostra redazione, deriva dal fatto che Mercurio abbia preso la decisione di rendere inattiva la squadra per questo campionato, senza prima dare un preavviso di alcuni giorni, per cercare di porre rimedio alla faccenda. “Sciacca non può rimanere senza una squadra di calcio” e con queste parole, il primo cittadino lascia intendere che la faccenda non può chiudersi così. Almeno da un punto di vista delle polemiche e delle possibili azioni, perché per la squadra, quest’anno, non c’è nulla da fare.

Sempre secondo quanto riferito dalla Valenti, dai colloqui avvenuti prima di questo triste finale con il presidente dello Sciacca Calcio, è emerso che gli interessi della società sullo stadio, sarebbero stati diversi da quelli meramente calcistici e comunque estranei al solo sport. Da qui le “fumate nere” scaturite dagli incontri tra Comune e società sportiva.

Mercurio da parte sua asserisce che a corto di liquidità, con lo stadio in condizioni pessime e con il presunto rischio di un campionato a porte chiuse non poteva fare altro, supportato da un vecchio proverbio saccense recita “senza soddi nun si canta missa”. Ma da tutte queste discussioni – qui le ragioni di Mercurio emerge una problematica che la presidenza della squadra non rende immediatamente chiaro, ovvero che uno degli obiettivi è avere la gestione del Gurrera, gestione che nelle speranze di Mercurio dovrebbe vedere – citiamo da una discussione avuta con Mercurio e di cui abbiamo le chat scritte ed immutabili – : “aprire una scuola calcio, uno shop Givova, delle amichevoli di lusso dei quadrangolare, insediare un bar, adibire un poliambulatorio con associazioni e Croce Rossa, e dopo aver così trasformato il Gurrera, utilizzarlo anche per spettacoli ed eventi privati di vario tipo. Insomma, un modo come un altro per fare impresa, ma forse un tipo di ragionamento difficile da digerire per chi ha una concezione mecenatistica dello sport. Soprattutto dopo la considerazione espressa da Mercurio alla stampa, secondo cui “per quest’anno la matricola è inattiva, il prossimo anno se non cambieranno le cose chiederemo la radiazione della matricola e poi chi vorrà fare calcio a Sciacca lo farà, in queste condizioni non si può lavorare”.

Secondo noi, chi vuole fare il Presidente dello Sciacca Calcio, deve mettere in conto che deve “cacciare” i soldi non solo per guadagnarli, altrimenti, paga il biglietto e va in tribuna. Sciacca ricorda ben altri Presidenti, ben altre gestioni, capaci di costruire una squadra, quella che vedete in foto, costata nel lontano ’78, oltre trecento milioni delle vecchie lire solo in acquisto di giocatori, oltre la gestione, tutti pagati di persona, ma capace di vincere un campionato di prima categoria con 28 vittorie su 30 partite, rimanendo imbattuta… altra classe, altra storia, altri nomi in campo.

A proposito, qualcuno ricorda i nomi dei giocatori? Quello del Presidente, lo facciamo noi: Francesco “Franco” Gulino. Purtroppo da oltre 15 anni il povero Sciacca Calcio sbatte di gestione in gestione sperando che ancora una volta una famiglia per spirito sportivo e mecenatistico ne risollevi le sorti, ma forse non sono più i tempi.