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Sciacca, Consiglio: Bentivegna va con Di Mauro, con lui Maglienti e Santangelo… ma non solo


Sta per nascere un nuovo gruppo in consiglio comunale? E dalla parte di chi starà? Sono queste le domande che si stanno ponendo in consiglio comunale sia Maggioranza che Opposizione

Da quanto appreso ieri, Pasquale Bentivegna è pronto a lasciare Progetto Sciacca – lista di Calogero Bono candidato a sindaco – e passare con Roberto Di Mauro dei Popolari e Autonomisti. Scelta questa che comunque difficilmente vedrà il Bentivegna entrare ufficialmente anche nel partito, probabile uno schieramento solamente pragmatico.

Tuttavia la scossa di Bentivegna non è la prima di assestamento nel Centro Destra. I bene informati parlano anche del riposizionamento di Lorenzo Maglienti, eletto in consiglio con Forza Italia – anche lui in appoggio a Bono sindaco -, che sicuramente passerà con Bentivegna.

Certamente non è l’unica spaccatura del centro-destra in consiglio. La stessa posizione di Calogero Bono e Stefano Milioti – fedeli all’ex senatore Marinello – è ultimamente una questione che in molti si pongono. La posizione di Marinello collegato con la Lorenzin – attualmente nel PD o nei suoi pressi – e da cui – secondo fonti – aspetterebbe un riconoscimento non da poco in caso di realizzazione nazionale di quella prospettiva di governo M5S-PD, pone i due consiglieri saccensi in una situazione politicamente  imbarazzante, sopratutto nei confronti dei compagni di opposizione, Caracappa, Monte e Cognata, che hanno più volte confermato la loro appartenenza al centro destra.

E non finisce qui.

Anche Carmela Santangelo, eletta con Nostra Sciacca ed attualmente in maggioranza, dovrebbe passare con Bentivegna nel nuovo gruppo che fa capo a Di Mauro, creando così un buco in maggioranza e probabili ripercussioni.

Ma la domanda che tutti si pongono è dove questo nuovo gruppo si collocherà, se a destra con l’opposizione o a sinistra con la maggioranza. Al momento è mistero, ma secondo le solite voci di “corridoio”, il gruppo si posizionerebbe in una sorta di limbo, non prendendo una posizione definita e votando quindi di volta in volta in relazione al tipo di provvedimento.