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Sciacca. Grana per il M5S: Procura indaga l’On. Piera Aiello per falso in atto pubblico


L’Onorevole pentastellata, già testimone di giustizia, avrebbe presentato false attestazioni per candidarsi, usando il suo “vecchio” nome che – essendo lei testimone di giustizia protetta – “non dovrebbe più esistere”

E’ stata la Procura della Repubblica di Sciacca ad aprire il fascicolo nei confronti di Piera Aiello, 51 anni, testimone di giustizia eletta alla Camera con il M5S. La procura indaga per falso in atto pubblico.

L’indagine riguarda la candidatura della Aiello, su cui ci sono parecchie ombre: all’Ufficio anagrafe del Comune di Partanna, dove la parlamentare è nata, il nome Piera Aiello “non esiste più”. E non esiste più per un ottimo motivo: data la sua condizione di testimone di giustizia – ricordiamo che Aiello è stata la moglie del defunto Nicola Atria, figlio del boss don Vito, e cognata di Rita Atria, la giovane testimone di giustizia che si tolse la vita dopo l’uccisione del giudice Paolo Borsellino – , nei lontani primi anni ’90 le è stata assegnata una nuova identità – teoricamente senza limiti “politici” –, nuovi documenti, una sistemazione protetta fuori dalla Sicilia e, forse successivamente – riferisce Tp24.it – avrebbe anche lavorato alla Regione Sicilia, così come impone la Legge Regionale siciliana sui testimoni di giustizia.

Aiello del resto era tanto protetta che durante la campagna elettorale per le Politiche del 2018 si è presentata come la “candidata senza volto”, per ragioni di sicurezza. La sua foto non era nemmeno sui fac-simili delle schede elettorali.

L’identità di Piera Aiello insomma, per ragioni di sicurezza legate al suo status di testimone, sarebbe stata cancellata, all’ufficio anagrafe del Comune di Partanna il suo nome non esiste più, né, teoricamente, a quel nome sarebbe stato rilasciabile un certificato elettorale valido per votare o potersi candidare.

Secondo i pm di Sciacca, insomma, per candidarsi in Parlamento con questo nome “congelato”, la deputata, avrebbe quindi compiuto delle forzature.

Di Piera Aiello è stata però resa nota una dichiarazione sul fatto: “Posso dimostrare, con documenti alla mano che ero candidabile”.  Adesso, dovranno indagare i Pm saccensi; ma pare che insieme alla Aiello – come riferisce Tp24.it – sia indagato anche un funzionario del Comune di Partanna, da pochi mesi in pensione.

Comunque la si veda, in un momento così delicato e vicino alle elezioni, questa non sarà certo una bella pubblicità per il M5S, che facendo dell’onestà una bandiera, in questi giorni ha dato prova di grande fermezza contro il sottosegretario leghista Armando Siri; vedremo se il Movimento sarà intransigente anche verso la Aiello.