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Sciacca. Ieri commemorazione del 72esimo anniversario del brutale omicidio di mafia del sindacalista saccense Accursio Miraglia


Ieri le celebrazioni in memoria dell’eroe antimafia nella data del 72esimo anniversario dell’assassino

Si sono svolte ieri le celebrazioni in memoria di Accursio Miraglia, sindacalista saccense ucciso dalla mafia il 4 gennaio del 1947. La commemorazione è avvenuta alla presenza del figlio Nico, presidente della Fondazione Miraglia, del segretario della CGIL di Agrigento Massimo Raso, del Sindaco di Sciacca Francesca Valenti, del Presidente del Consiglio Comunale Paquale Montalbano, di varie associazioni antimafia e cariche sia religiose che militari.

Tre i momenti commemorativi ieri. Il primo al cimitero di Sciacca, il secondo in piazza Lazzarini presso la villetta, dove è presente un busto di Miraglia davanti il quale la famiglia Miraglia, con una delegazione di autorità istituzionali e della CGIL – sindacato di cui faceva parte Miraglia – hanno deposto una corona di fiori dando luogo a qualche minuto di raccoglimento. Nella serata di ieri presso la Parrocchia Beata Maria Vergine di Loreto nel quartiere Perriera è stata celebrata una messa in ricordo di Miraglia e di tutte le vittime innocenti della mafia.

Varie le associazioni che hanno mostrato vicinanza, tra cui Libera e Giuseppe Ciminnisi Coordinatore Nazionale dei Familiari Vittime Innocenti di mafia dell’Associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.

Particolarmente rilevanti nella giornata di ieri le parole di Don Gino Faragone. Come ha fatto rilevare lo stesso Massimo Raso della CGIL: dopo 72 anni un rappresentante della Chiesa riconosce che è stato un errore non aver consentito lo svolgimento di un funerale religioso per Miraglia e si scusa di questo. Grazie davvero, Don Gino! Scriverò al Pontifex per segnalare questo fatto davvero importante di cui Le siamo davvero grati”.

Padre Gino nel suo intervento ha infatti sottolineato quanto sia stato un errore non concedere i funerali religiosi a Miraglia, che in Dio fermamente credeva: “Chiedo perdono. Dio ci perdoni, perdoni i nostri peccati nei suoi confronti. Chi si schiera con gli ultimi, diventerà sempre una vittima anch’egli, osteggiato dai potenti, dagli Erodi di turno”.