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Sciacca. Processo “mobbing” dirigente Maffey: per la difesa è un complotto


È stato celebrato ieri quello che si annuncia essere l’ultima udienza in attesa di quella conclusiva, già fissata per il prossimo 5 dicembre, del processo per “mobbing”, a carico del dirigente scolastico Evelina Maffey.

La dirigente, ricordiamo è accusata da tre insegnanti e due impiegate amministrative, di comportamenti persecutori nei loro confronti, il così detto “mobbing”. Nelle precedenti udienze, l’accusa che aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 50mila euro di risarcimento del danno ad ognuno dei querelanti, aveva prodotto quelle che considera le prove della colpevolezza dell’accusata, ovvero delle registrazioni di telefonate fatte dalle stesse querelanti, che la procura ha trascritto in un faldone di oltre 2000 pagine.

In merito alla questione, la nostra redazione ha raggiunto uno degli avvocati difensori della Maffey, Accursio Gagliano, di Menfi, l’altro è il saccense Giovanni Vaccaro, che ha dichiarato quanto segue.

La difesa, ha analizzato le 2000 pagine prodotte dall’accusa , dalle quali esce un quadro totalmente differente da come raccontato. I querelanti, parlavano tra di loro, rivolgendosi alla Maffey, con un linguaggio scurrile e termini, che per delicatezza definiamo poco “eleganti”, perché irripetibili. Tutto ovviamente trascritto. Inoltre si evince un chiaro disegno preorganizzato e ben programmato, per cercare di “far fuori” il dirigente, perché non di loro gradimento“.

La difesa dunque al termine della sua requisitoria, al contrario dell’accusa, ha chiesto l’assoluzione per la loro assistita. Ora la “palla” è nelle mani del giudice, che nell’udienza finale, dovrà decidere quale linea, sia a suo avviso la più convincente.