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Sciacca. Protesta della Marineria: “Norme europee troppo stringenti, impossibile rispettarle”


Il vaso è colmo e sono bastate poche gocce per farlo traboccare. Si può sintetizzare con questa frase ciò che sta succedendo nell’importante comparto della marineria di Sciacca.

Stamattina centinaia di proprietari di pescherecci, capitani e semplici lavoratori del settore, hanno invaso l’atrio del Comune di Sciacca in segno di protesta verso quelle che considerano delle vere e proprie vessazioni nei loro confronti. Il tutto mentre era in corso una riunione tra il sindaco Francesca Valenti ed il comandante della Capitaneria di porto di Sciacca, il tenente di vascello Sebastiano Sgroi.

Cosa sia scaturito da questo faccia a faccia, non è ancora stato comunicato, ma si sa quale sia il motivo del contendere. La nostra redazione ha interpellato alcuni dei marittimi presenti alla protesta, i quali come è loro uso, senza mezzi termini, hanno esposto i motivi del disagio, che può essere sintetizzato in un sola parola: “sopravvivenza” del settore. Perché di questo si tratta.

Alla marineria saccense, che ricordiamo per importanza numerica, è la prima flotta peschereccia siciliana, vengono applicate norme Europee concepite per gli oceani, che poco hanno a che fare con la “piscina” del mare mediterraneo. Altra specie di pesce e altri tipi di fondali. Inoltre le norme impongono una serie di adempimenti, che per una categoria storicamente poco abituata per ragione pratiche alla “carta e penna”, spesso la porta a commettere grossolani errori, che la legge però punisce con ammende – salatissime – che nella fattispecie appaiono spropositate.

Ed è qui che la protesta monta, da quanto riferito dai protestanti, il nuovo comandante, il tenente di vascello Sebastiano Sgroi, sarebbe – come è giusto che sia – solerte nel fare applicare la legge. Ma i marinai però osservano, che prima del suo arrivo le cose andavano diversamente e non perché i militari fossero meno solerti.

Fare conciliare rispetto della legge ed elasticità non è semplice, ma bisognerà fare uno sforzo reciproco per arrivare a questo risultato. Non rispettare la legge non è possibile, ma fare collassare un settore strategico e vitale per tutta la città di Sciacca neanche. Riusciranno le parti in causa a trovare una soluzione?