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Sciacca. Valenti vince contro la Città: Cusumano si inginocchia, Bentivegna peggio, Curreri non si è mai alzato


E’ così che naufraga la mozione di sfiducia al Sindaco Francesca Valenti: tra prove di arroganza muscolare, dietrofront che fanno pensare a momenti bui della Sicilia e la solita vecchia politica pronta a dare alle fiamme la propria città in cambio di una poltrona

Devo essere sincero, voglio confessarmi a voi lettori, oggi, dopo parecchi anni di questo mestiere, per la prima volta, mi è mancata l’ispirazione di scrivere. Solitamente scrivo di getto, questa volta invece mi c’è voluta almeno un’ora per scrivere solo titolo e sottotitolo. E riflettendoci, capisco il motivo: sono deluso.

Non tanto perchè la peggiore amministrazione che questa città abbia mai avuto non solo resterà al suo posto, ma anzi, con tutta probabilità, vedrà l’ennesimo rimpasto con annesso teatrino, ma perchè ha vinto l’arroganza, e questo non mi va proprio giù.

Perché oggettivamente non è giusto che vinca per l’ennesima volta chi sta radendo al suolo la città: strade degne della striscia di Gaza dopo i bombardamenti israeliani, manutenzione del verde pubblico fatta a fantasia, topi che in alcune zone sono più grossi dei gatti, scarichi a cielo aperto di cui nessuno si interessa, profilo turistico demolito con Caracappa che è riuscito devastare sia l’estate saccense che il natale, problematica randagismo trattata come “una rogna” di cui meno si parla e meglio è, teatro Samonà che attende ancora qualcosa di concreto e che fino ad oggi è chiuso, parco delle Terme aperto per pochissimo per sola arroganza politica e che ora versa in condizioni indegne e potremmo continuare ancora per molto, tanto non essendoci programmazione nell’attività amministrativa, ma solo tante belle parole, è ovvio che tutto diventi un’emergenza a Sciacca.

E a questo non manca mai di aggiungersi il solito insopportabile teatrino politico, con interviste al vetriolo, dichiarazioni sui generis ed atteggiamenti su cui i saccensi – specie sui social – hanno molto discusso in questi anni.  Un teatrino politico, che ha visto 15 assessori nominati dal 2017 ad oggi e che di certo ancora aumenteranno, dato che per superare la mozione di sfiducia è dovuto “tornare a casa” il gruppo di Cusumano, con la solita scusa del “cambio di passo” – invocato da inizio mandato e mai attuato – ed il “bene della città”. Neanche la fantasia di cercare scuse nuove, o magari di dire la verità ed esplicitare il proprio amore per le poltrone.

Amore per le poltrone, che oltretutto non dà alibi all’ex senatore per proteggersi da una vergogna ben più grande. Diciamocelo: a cosa serve farsi fotografare seduto accanto a Renzi – a voler rimarcare il proprio prestigio politico – se poi a Sciacca sei costretto a sopportare le intemperanze di Giuseppe Ambrogio che in ogni caso mai avrebbe votato la sfiducia e sei poi costretto a inginocchiarti davanti alla Valenti e al burattinaio Catanzaro che ti hanno messo in ridicolo pubblicamente ben più di una volta? Si dice che in politica tutto si dimentichi, ma forse ogni tanto un po’ di memoria servirebbe pure.

Ma ad inginocchiarsi davanti al sindaco sembra non essere stato solo Cusumano. No, non parliamo di Curreri, colui che ha sempre impegni e mai prende una posizione che sia vagamente conforme al suo ruolo d’opposizione, collaborando acriticamente con l’amministrazione dimostrando di aver inteso il suo ruolo di “oppositore” solo nei confronti del proprio partito. No, sapevamo che lui si sarebbe comportato come ha poi fatto, ma c’era il buon Paolo Mandracchia con il suo dente giustamente avvelenato…

Tuttavia, quello che più di tutti sembra essersi appiattito davanti alla sfiducia alla Valenti è il consigliere Pasquale Bentivegna. Ed attenzione, malgrado solitamente in politica ci sia sempre un risvolto amaramente divertente, uno spunto sarcastico di cui poter ridere, nelle azioni del Bentivegna sembra invece che sia tutto piuttosto serio.

Come noi di Fatti&Avvenimenti.it abbiamo pubblicato, anche ieri il consigliere ha inviato una dura nota in cui spiegava le motivazioni della propria mancata firma su una nuova mozione di sfiducia che non vedesse le firme anche dei cusumaniani e di Curreri.Una nota insomma, dove si scaricavano le responsabilità sugli altri, sottolineando che però se anche le altre firme ci fossero state, la sua non sarebbe di certo mancata.

Ebbene, oggi si scopre che il consigliere si era già reso protagonista di una vicenda sì grottesca, ma soprattuto preoccupante sotto vari punti di vista, in occasione della prima presentazione della mozione.

Pare infatti che lo scorso 19 gennaio avesse firmato la mozione di sfiducia, mozione che però, passata una notte “di consiglio”, reputò bene di strappare il 20 mattina, prima che venisse consegnata al protocollo.

Adesso ci chiediamo: cosa porta un consigliere comunale a firmare – ipotizziamo senza costrizione alcuna – una mozione, per poi, l’indomani mattina, non semplicemente ritrattarla, ma addirittura strapparla?

Durante la notte qualche “fatina dei sogni” ha fatto forse visita al consigliere chiedendogli di ritornare immeditamente sui suoi passi? Questo non lo possiamo sapere, ma che non ci sia nulla da ridere sembra ormai sicuro.