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Sicilia. Pil 2020/2022 in crescita, Ugl: “fiducia confermata ma serve maggiore coraggio”


“Come Ugl, nel commentare i dati Istat Prometea e Svimez sulle previsioni di crescita del Pil Sicilia nel triennio 2020/2022 contenuti della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (NADEFR) abbiamo chiesto chiarimenti e maggiore coraggio nell’azione di governo”

A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia, a margine dell’audizione in Commissione Bilancio Ars sul contenuto del Def alla quale ha partecipato l’assessore regionale dell’economia, Gaetano Armao.

“Occorre – continua Giuseppe Messina – garanzia dei livelli occupazionali di precari, lavoratori delle partecipate, della meccanizzazione agricola, del riassetto della gestione delle risorse idriche, dell’edilizia scolastica e sociale, in merito all’avvio delle Zes ed al rilancio delle aree di crisi complessa di Gela e Termini Imerese, il nuovo assetto delle ex province ed il sostegno alla erogazione dei servizi essenziali da parte degli Enti locali, sopratutto a quelli in dissesto e pre-dissesto”.

“Nel corso del lungo e corposo intervento toccati molti aspetti del Defr – aggiunge il sindacalista – e chiesto maggiore tutela del lavoro e nuove opportunità di occupazione, contezza sulla situazione economico-finanziaria della Regione dopo il giudizio di parifica della Corte dei Conti, maggiore qualità della spesa dei fondi Ue, la definizione del percorso di razionalizzazione delle partecipate, la chiusura di un accordo generale con lo Stato in materia di finanza pubblica che attui concretamente gli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto attraverso un correttivo significativo, per recuperare risorse indispensabili a chiudere la stagione del precariato storico ex Pip, Asu, Rmi.

Sulle infrastrutture – dice Messina – come Ugl abbiamo chiesto deroghe alle lungaggini burocratiche non più sostenibili impegnando esecutivo regionale e parlamento siciliani ad intervenire presso il Governo nazionale per garantire tempi certi e zero burocrazia, come nel caso della celere ricostruzione del Ponte di Genova, per la chiusura dei cantieri autostradali e le opere strategiche per il trasposto su ferro, via mare e aerea indispensabili per i collegamenti, la sicurezza e la mobilità dei siciliani.

Al fine di migliorare le condizioni economiche e sociali dell’Isola, in un contesto oggettivamente difficile in cui ha operato il Governo Musumeci – precisa il Segretario Ugl Sicilia – abbiamo chiesto di completare la stagione delle riforme affrontando e risolvendo i nodi per consegnare alla Sicilia un nuovo modello di gestione dei consorzi di bonifica, la riforma del comparto forestale, dei rifiuti, provvedendo al potenziamento dell’Irvo (Istituto regionale vino e oli) e definendo la sorte di Esa, Riscossione Sicilia, Irca e Sas/Resais, Seus, il completamento della digitalizzazione, il piano regionale aeroportuale con riassetto societario e la definizione di un’unica governance per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria.

In vista dell’approvazione della prossima legge di stabilità – sottolinea – abbiamo apprezzato come Ugl il confronto in Commissione Bilancio, ringraziato il presidente Riccardo Savona e auspicato la formazione di tavoli tecnici per approfondire le singole materie e avviare un confronto con il Parlamento siciliano in aggiunta a quello in corso con il Governo regionale.

Abbiamo chiesto chiarimenti sul piano regionale dighe, sul piano regionale trasporti, sul futuro dei 700 lavoratori dell’Azienda Siciliana Trasporti e del servizio di trasporto urbano ed extraurbano – rimarca Messina – che sarà messo a bando nel corso del 2020, sull’applicazione del contratto collettivo nazionale viabilità ai dipendenti del Consorzio Autostrade Siciliane e sul futuro assetto societario. Ed ancora, una nuova normativa per disciplinare l’esposizione Radon e la modifica della legge regionale n.5/2005 istitutiva del Reddito Minimo di Inserimento.

Abbiamo anche chiesto – conclude il Segretario regionale Ugl – un impegno maggiore del parlamento siciliano e del governo regionale per definire il futuro dei lavoratori dell’ albo della formazione professionale e rivedere la strategia per l’avvio delle politiche attive del lavoro che non si limitino solamente all’erogazione del Reddito di cittadinanza e che restano purtroppo ancora al palo in una regione alla disperata ricerca di lavoro”.