“Finisce questo bizzarro periodo di fine estate ed eccoci catapultati nell’autunno, il dolcissimo fine settembre di una volta? No l’odierno, che ha assunto le sembianze di un caldo, noioso, e surriscaldato clima in gran parte d’Italia”
Sono portato ad associare le stagioni meteorologiche al cibo, una delle passioni mie e il primo che mi viene in mente di questi tempi è la pasta con i legumi freschi di stagione i fagioli.
Non solo un cibo, un rituale, qualcosa che arriva in tavola sempre da protagonista. Si prepara non solo per il piacere di mangiarli ma per stare insieme. È uno dei ricordi più nitidi della mia infanzia e adolescenza: “I Fagioli di Testa Rossa il Barbiere”. Ancora oggi è un piatto che da solo fa la festa in casa Battaglia…
Tiro in ballo la proprietaria di una bottega che forniva mio padre “U Varbieri” (IL Barbiere) Donna Vicè, era lei la regista di tutta l’attività, un donnino piccolo, curvo sotto il peso degli anni e non solo, lavoratrice instancabile, carattere dolce ma estremamente volitivo, autorevole e mai autoritaria, mai sentita litigare o discutere con i propri clienti… era lei che vendeva e sbucciava i fagioli freschi per cucinarli a casa mia, mia madre lavorava all’ospedale.
Il mattino della cottura, cotti rigorosamente sulla cucina a legna, “U Varbieri” andava a prendere il sedano alla fiumara… un odore indimenticabile che inebriava tutta la 750 Giannini.
Poi si iniziava, lentamente, a pioggia, a far scendere tutti i semi nella pentola e poi entrava in azione il nodoso bastone, non troppo liscio per poterlo maneggiare meglio, si girava, sempre rigorosamente nella stessa direzione per almeno 40 minuti ad intervalli, il tempo di una Messa si diceva.
Alla fine la pentola veniva svuotata sui piatti antichi di terracotta smaltati e mescolati con la pasta fresca detta i cuddurreddi cotti nel mosto e serviti in tavola con l’inevitabile olio d’oliva vergine… il tocco magico. Per l’occasione veniva invitato lo zio Benito che nonostante fosse già sposato da tempo non perdeva l’occasione di assaporare il rinomato piatto in presenza di sua sorella alias mia Madre. Mi viene sempre più spesso da pensare a quei tempi, ai protagonisti che lo hanno popolato, che oggi non ci sono più. Condividere ricordi da soli è triste, ma serve a ritrovare emozioni, la consapevolezza di aver vissuto tempi sereni. Non ritorneranno, ma ogni volta è come rivedere un film di cui conosciamo il copione e i protagonisti.
Storie di Sicilia è una rubrica quindicinale a cura di Salvatore Battaglia Presidente Accademia delle Prefi
Salvatore Battaglia nato a Ragusa il 05/08/1957 Esperto Esterno della ditta C.R.E.A. di Ragusa nei due indirizzi di formazione: Domotica (settore elettronico/informatico) – Comunicazione e Marketing Aziendale diplomato in Ragioneria.
Varie esperienze ed interessi nei seguenti settori:
1) Dirigente settore giovanile associazione culturale “quaderni iblei” anno 1984 –1988
2) editore e direttore del giornale “il picchio ibleo” anno 1985 – 1988
3) direttore del radio giornale “onda blu “ 1984
4) editore e direttore di una radio “radio club”. anno 1985 – 1988
5) direttore artistico tv locale “rete sei” anno 1986
6) regista teatrale di compagnie locali anno 1992 – 1993.
7) presidente e fondatore dell’accademia delle prefi (ass. culturale) anno 2005-2021
8) regista teatrale di compagnia locale anno 2006-07
9) presidente dell’associazione culturale officina 90 – anno 2008 -2010