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Ucraina. Mosca schiera i vecchi carri armati T55 degli anni ’50? Ecco perché non c’è nulla da ridere

Mosca continua la sua strategia del “risparmiare la roba buona per dopo”, ma anche i vecchi carri sovietici non vanno sottovalutati: né in qualità né in quantità

Come visibile dal video, numerosi carri armati russi T-54/55 sono stati ripresi in viaggio su un treno. Il video è stato girato con un cellulare in una stazione ferroviaria. Pare che siano mezzi diretti sul fronte ucraino.

La notizia, rimbalzata velocemente su social e portali militari ha scatenato svariate considerazioni e anche commenti sarcastici, dato che si tratta di mezzi entrati in produzione negli anni ’50 e che quindi hanno, più o meno, 70 anni sul groppone.

Il motivo per il quale Mosca abbia deciso di schierare questi carri non è  in realtà chiaro, né è chiaro come voglia utilizzarli. Gli “analisti” occidentali hanno fatto presto a ridere e definire la scelta una “mossa disperata” dettata dalle ingenti perdite di blindati russi sul fronte ucraino. Ma è una spiegazione che va bene solo per la propaganda. 

Per capire a che servono questi carri armati è evidente che bisogna porsi due domande: 1) A che servono questi carri nell’economia di guerra di Mosca; 2) Questi carri possono essere ancora efficaci in battaglia?

A che servono questi carri nell’economia di guerra di Mosca?

Da quanto è dato sapere, i T-54/55 avvistati in viaggio sarebbero esemplari riattivati e partiti dalla città di Arsenyev, nella regione di Primorsky, dove si trova la 1295a base centrale di riparazione e stoccaggio dei carri armati russi. Altri ancora invece arriverebbero dalla 111a base di riserva centrale nel territorio di Khabarovsk, una delle più grandi basi per lo stoccaggio di veicoli corazzati, dove, tra l’altro, si trovavano anche i più recenti – ma sempre vecchi – carri armati T-62M.

Nelle immagini satellitari (sopra) diffuse sul web della 111a CBRT, si può anche vedere la scomparsa di diverse decine di veicoli dai parcheggi.

Vecchi carri recuperati dai piazzali dopo decenni di inattività insomma, ma Mosca non pare a corto di carri armati. Anche al netto delle “pesanti perdite” di cui si parla in occidente.

Stando alle stime, Mosca, tra T72, T80 e T90 avrebbe la bellezza di quasi 14mila carri, tra attivi e in deposito. I carri T64 ed i T55 – di cui ci sono sconfinati piazzali in disuso, eredità dell’Unione Sovietica – non rientrano neppure nel conto.

 Dunque pare evidente che la scelta di Mosca, ancora una volta, come del resto dall’inizio del conflitto in Ucraina, sia quello di limitare al massimo l’impiego di armamenti moderni, evidentemente indispensabili in caso di confronto diretto con la NATO, soprattutto ora che pare sempre più vicino.

Inoltre vanno considerate, e qui ognuno è libero di crederci o meno, le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente Medvedev, secondo cui: “Solo nel 2023 le nostre industrie produrranno 1.500 carri armati. Guardate quanti ne sta ottenendo l’Ucraina, anche secondo i calcoli più ottimistici…”

Visita di Dimitry Medvedev a uno stabilimento di carri armati russo a fine 2022

Compreso dunque il motivo della scelta strategica di Mosca, resta la domanda: Questi carri possono essere ancora efficaci in battaglia?

In una parola? Sì.

Ovviamente contro i Leopard 2 tedeschi o i – pochissimi – Challenger 2 inglesi rischiano di vedersela brutta, ma di Leopard 2 e Challenger 2 in Ucraina ce ne saranno pochi, di “bisonti” Abrams ancora meno e chissà quando arriveranno. Il grosso dei carri ucraini è composto da T64 – si stimava oltre 1000 esemplari. Inoltre gli stessi ucraini usano i T55, per l’esattezza la Slovenia ha donato a Kiev 28 carri M-55 S1, versione rivista e aggiornata del T55 sovietico.

Treno che trasporta T55 russi, notare le corazze reattive su varie torrette

Certo, resta il fatto che rispetto a carri più moderni e con le armi anticarro oggi sul campo in Ucraina i T55 sovietici non sono molto prestanti, ma è difficile che i T55 arrivino al fronte nelle stesse condizioni dalle quali sono usciti dai piazzali di deposito.

La piattaforma T55 – che di per sé è un ottimo carro che ha combattuto praticamente in ogni guerra, dal Vietnam ad oggi – è infatti una delle più aggiornate al mondo, non dai russi, ma da tanti altri stati. Abbiamo citato il caso della Slovenia con l’M-55 S, ma c’è anche il T55 Enigma iracheno o il Ramses II dell’Egitto, nonché svariate versioni e sottoversione della versione cinese del T-55, ossia il Type 59, venduto nuovo fino ad oggi dalla cinese Norinco nell’aggiornamento “Type 59G” che a guardarlo da fuori, non pare nemmeno un T55.

Due Type59G in parata in Tanzania

Dunque pare ovvio che aggiornare questi mezzi per renderli più prestanti è tutto tranne che difficile, essendo una strada già percorsa da numerose nazioni tra cui l’alleata di ferro di Mosca, Pechino. Inoltre come visibile in uno dei video sopra, già alcuni dei T55 russi visti in movimento sui treni sembrano già possedere corazze reattive. Ovviamente solo le immagini ed i report dal campo potranno dire in che condizioni questi mezzi arriveranno in Ucraina e come si comporteranno, ma darli per spacciati già in partenza oltre che propaganda, pare stupido.