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Un 55enne indigente protesta nell’atrio del Comune, il vice sindaco infastidito, chiama la polizia e lo denuncia


La giunta del sindaco Angelo Cambiano, non sarà ricordata come una tra le migliori e non solo della città di Licata.

La giunta Cambiano è nota alle cronache sia locali che nazionali, per essere stata forse la prima ad avviare una demolizione massiccia degli immobili abusivi. Ieri si è resa protagonista di un altra incresciosa vicenda.

Un indigente disoccupato, C. S., di 55 anni, esasperato dalla sua situazione economica, ha protestato nell’atrio del Comune di Licata, ma nessuno – nonostante le molteplici richieste, trasformatesi in pietose suppliche -si è preso la briga di dargli un minimo di ascolto. Finché l’uomo ha fermato il vice sindaco e assessore, Daniele Vecchio, che passava da li, chiedendogli – magari in modo petulante – una mano d’aiuto, ma inutilmente, il Comune non avrebbe concesso alcun contributo economico.

Il vice sindaco, inoltre infastidito dall’insistenza del 55enne indigente, ha chiamato la polizia di Stato. Gli agenti chiamati a compiere il proprio dovere, hanno dapprima ripetutamente invitato l’uomo ad allontanarsi dall’atrio del Comune, ma difronte al suo diniego – sicuramente dettato dalla sua situazione precaria – è rimasto a protestare.

I poliziotti a quel punto, hanno allontanato il cinquantacinquenne con la forza e poi hanno eseguito anche una perquisizione personale, non trovando nulla. Infine il commissariato di polizia di Licata ha formalizzato una denuncia alla Procura nei confronti dell’uomo, che adesso dovrà rispondere delle ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.

“Cornuto e mazziato!”. Il Comune, il sindaco e gli assessori, sono i primi interlocutori dei cittadini, vengono eletti proprio per questo e come tali, dovrebbero almeno ascoltare le richieste dei bisognosi e di chi è in difficoltà, magari non avendo disponibilità economica, facendoglielo capire, ma con le buone maniere, non denunciabdoli… altrimenti non fatevi eleggere.