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Gela. Corruzione e truffa: prete finisce ai domiciliari, indagate 3 persone tra cui due consiglieri comunali

Il Gip di Gela ha posto agli arresti domiciliari un sacerdote e tre persone, tra cui due consiglieri comunali di Gela, disposto anche il divieto di esercitare per un anno uffici direttivi in imprese o società e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

Foto archivio

L’indagine denominata “Avaritia”, verte sulla gestione privata dell’Ipab “Aldisio”, che per circa un anno fu affidata alla società privata “Fenice”. In seguito alle risultanze delle indagini dei carabinieri, il pm della procura  ha disposto quattro misure cautelati. Gli indagati sono i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Salvatore Scerra e Sandra Bennici, l’ingegnere Renato Mauro e don Giovanni Tandurella, sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina (Enna), che fu alla guida dell’Ipab.

I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, circonvenzione d’incapace, truffa, appropriazione indebita e riciclaggio. Secondo le prime notizie trapelate, Il commissario nominato dalla Regione, Giuseppe Lucisano, revocò tutti gli atti del rapporto privato, ritenendoli illegittimi. Furono avviate indagini. Per don Tandurella sono stati disposti i domiciliari. Per gli altri indagati, invece, l’obbligo di presentazione.

Particolari sull’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 11.30 alla Procura della Repubblica di Gela.