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Attacchi terroristici islamici in Siria e Burkina Faso: tentativo di mettere sotto pressione Mosca?

Mentre Africa e Medioriente si riscaldano: mentre il Sudan chiude il proprio spazio aereo per gli scontri, attacchi di matrice islamica si registrano in Burkina Faso e Siria, entrambe vicine a Mosca

Burkina Faso, manifestanti attaccano sede ambasciata francese. Ottobre 2022

Quando il terrorismo islamico comincia a muoversi bisogna chiedersi il perchè? Mentre in Sudan fonti aeroportuali egiziane hanno segnalato la “chiusura dello spazio aereo sudanese” e si intensificano gli scontri nella capitale, Khartoum, tra le forze armate e le forze di supporto rapido (Rsf) – che gli USA accusano essere state addestrare dalla compagnia militare privata russa Wagner e forse agire anche per loro ordine, con la prospettiva di una base militare russa sul Mar Rosso –, nel Burkina Faso di Traoré, dove alcuni mesi fa si è registrato un golpe che sullo scacchiere africano ha segnato una netta sconfitta francese ed europea – venne assaltata anche l’ambasciata di Parigi da manifestanti con bandiere ruse in mano – ed una netta avanzara russa, oggi arriva notizia di un attentato terroristico di matrice islamica.

Precisamente, un distaccamento di soldati e Volontari per la difesa della patria (Vdp) “è stato bersaglio di un attacco da parte di uomini armati non identificati sabato intorno alle 16, nei pressi del villaggio di Aorema”, in Burkin Faso.

Lo ha dichiarato in un comunicato il governatorato di Ouahigouya, aggiugendo che: “La valutazione provvisoria di questo attacco” è di “40 morti, inclusi sei soldati e 34 volontari”. Malgrado i comunicati ufficiali non ne parlino, non sembrano esserci dubbi sulla matrice dell’attacco.

Sempre oggi è arrivata la notizia di un attacco terroristico dell’ISIS in Siria dove almeno 26 persone sono rimaste uccise. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) che ha spiegato come il gruppo islamico: “ha ucciso 26 persone domenica mentre raccoglieva tartufi del deserto ad Hama orientale”, ha detto l’Osservatorio, aggiungendo che almeno dieci delle vittime erano combattenti filo-governativi.

Ovviamente potrebbe trattarsi solo di due attacchi isolati, un caso che siano avvenuti quasi contemporaneamente, ma se l’attività dei gruppi jihadisti dovesse riprendere duramente in Africa e Siria nel corso dei prossimi mesi, appare evidente che verrebbe chiesto supporto Mosca, cosa che la costrigerebbe ad impegnarsi, diplomaticamente e militarmente, almeno in parte, su più fronti.