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Blitz all’alba nel trapanese a caccia di fiancheggiatori di Messina Denaro: un arresto a Mazara e 25 indagati


Nuovo bliz all’alba di questa mattina dei carabinieri del ROS di Trapani nell’ambito di un’operazione che per fare terra bruciata intorno alla rete di protezione attorno la boss superlatitante Matteo Messina Denaro


Nel corso dell’operazione ERIS condotta dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani, sono state fatte delle perquisizioni, che ha portato all’arresto, a Mazara del Vallo, del boss Matteo,Tamburello, figlio di Salvatore, il capo del mandamento di Mazara del Vallo morto l’anno scorso ed esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

Secondo gli inquirenti, Tamburello era diventato il “consigliori” della famiglia e gestiva una cava di calcarenite e si occupava pure della realizzazione di un parco eolico.

Nel corso delle perquisizioni sono stati arrestati, Giovanni Como, fratello di Gaspare, il cognato di Messina Denaro di recente trasferito al 41 bis, e poi l’imprenditore Diego Vassallo, di Mazara, con l’accusa di detenzione illegale di armi. I due detenevano illegalmente due pistole, una Baby Browning calibro 635 munita di caricatore con 5 colpi e un revolver calibro 22 con 20 cartucce. Sequestrati computer, telefoni e documenti cartacei che saranno analizzati dagli esperti.

Questo il comunicato stampa dell’operazione ERIS dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani:

TAMBURELLO Matteo, figlio del fu Salvatore (già autorevole esponente del mandamento fino al suo decesso avvenuto nell’agosto del 2017), era stato scarcerato nel novembre del 2015 dopo aver scontato la pena per aver diretto, in qualità di reggente, la famiglia mazarese di cosa nostra fino al 2006; alla scarcerazione TAMBURELLO veniva sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in Mazara del Vallo ove aveva ottenuto un’occupazione presso una cava di calcarenite. Le indagini del R.O.S., condotte anche grazie all’ausilio di mezzi tecnici, svelavano sin da subito che TAMBURELLO, oltre a coordinare le attività all’interno della cava, era di fatto socio occulto dell’attività imprenditoriale in parola che, peraltro, era stata avviata solo grazie a somme di denaro reperite presso terzi esclusivamente in virtù della autorevolezza (mafiosa) di cui godeva TAMBURELLO a Mazara del Vallo. Il prosieguo delle indagini avrebbe ben presto svelato che TAMBURELLO Matteo aveva nuovamente acquisito un ruolo molto attivo nella locale articolazione mafiosa la cui reggenza tuttavia, come già emerso nell’ambito dell’operazione “ANNO ZERO”, era stata affidata a MESSINA Dario, soggetto con il quale TAMBURELLO ha avuto comunque contatti riservati. Dalle indagini svolte è emerso inoltre che TAMBURELLO Matteo, in forza della risalente affiliazione a cosa nostra quale membro di una delle più autorevoli famiglie mafiose mazaresi, aveva nuovamente acquisito un ruolo di rilievo che lo portava ad intrattenere incontri riservati con esponenti di primo livello della medesima consorteria.

Tra i soggetti in rapporti con TAMBURELLO meritano di essere segnalati GONDOLA Vito (fu reggente del mandamento mafioso mazarese, deceduto a luglio del 2017),CUTTONE Antonino (storico affiliato alla famiglia mazarese e consigliere economico del fu AGATE Mariano),URSO Raffaele (anche egli arrestato nell’operazione “ANNO ZERO”poiché ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara), e MESSINA Dario che lo incontrava dopo essersi visto poco prima con COMO Gaspare (cognato di MESSINA DENARO Matteo e all’epoca reggente del mandamento di Castelvetrano).

Per collocare nel giusto contesto la sequenza degli incontri riservati tra Dario MESSINA e Gaspare COMO e tra Dario MESSINA e Matteo TAMBURELLO, è altresì necessario considerare che pochi giorni prima, il 13 luglio 2017, era deceduto Vito GONDOLA, per ultimo sottoposto agli arresti domiciliari per ragioni di salute a causa della sua collocazione al vertice del mandamento mafioso di Mazara del Vallo.

Il sostentamento alle famiglie dei detenuti Ulteriori elementi a carico di TAMBURELLO Matteo emergevano dalle risultanze delle indagini svolte sul conto di VINCI Fabrizio,imprenditore ritenuto affiliato alla famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, tratto in arresto a maggio del 2017 dal R.O.S. nell’ambito della indagine “VISIR” poiché responsabile di partecipazione ad associazione mafiosa. Dalle investigazioni emergeva infatti che VINCI aveva sostenuto economicamente TAMBURELLO Matteo quando era detenuto, acquistando da questi un bene strumentale a prezzo fortemente maggiorato.

L’odierno impegno investigativo ha inoltre permesso di dimostrareche il legame tra i due esponenti della medesima consorteria non si è mai interrotto e in tal senso sono stati documentatidiversi incontri avvenuti tra TAMBURELLO e VINCI all’interno della cava di calcarenite di fatto riconducibile allo stesso TAMBURELLO. Nel pieno rispetto delle regole mafiose sulla assistenza ai detenuti, allorquando il 10 maggio 2017 VINCI veniva tratto in arresto, TAMBURELLO si interessava immediatamente affinché venisse fornito adeguato sostentamento alla famiglia dell’affiliato.

I Profili Economico-Imprenditoriali Delle Attività D’indagine Le indagini hanno infine permesso di appurare che TAMBURELLO programmava di gestire, direttamente e grazie alla collaborazione di un imprenditore mazarese (anch’egli sottoposto a perquisizione dai militari del R.O.S. nell’ambito dell’operazione), cospicui lavori nell’ambito dell’eolico per l’ampliamento di un impianto sito in territorio di Mazara del Vallo, attraverso la palificazione di nuovi aereo generatori. Tale attività rappresentava per TAMBURELLO l’occasione per poter ripartiree costituiva un vero e proprio programma di infiltrazione mafiosa in uno degli affari più importanti degli ultimi anni sul territorio siciliano ed in particolare trapanese.

07,10 – Ecco le prime immagini del blitz di questa notte dei Carabinieri alla ricerca di Matteo Messina Denaro. A Castelvetrano perquisite molte abitazioni, su ordine del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido.

Perquisizioni anche a Mazara del Vallo, a Campobello di Mazara, a Salemi, a Santa Ninfa, a Marsala. E pure nel centro di Palermo.

“L’attività, che riguarda i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano, costituisce un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal Ros. – si legge in una nota del comando provinciale dei carabinieri di Trapani- con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzata alla cattura del boss latitante”.

06,30 – Nuovo blitz nella caccia delle Forze dell’Ordine a Matteo Messina Denaro, boss latitante dal 1993. C’è stato un blitz dei Carabinieri all’alba di oggi, con diverse perquisizioni. 25 le persone indagate, mentre un uomo d’onore della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo è stato arrestato. Ecco la nota stampa dei Carabinieri:

Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, stanno effettuando delle perquisizioni nei confronti di 25 indagati ritenuti, a vario titolo, fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di MESSINA DENARO Matteo.

Contestualmente è stato eseguito il fermo di indiziato di delitto di un esponente di spicco della famiglia di cosa nostra di Mazara del Vallo, indagato per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.

L’attività, che riguarda i mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e di Castelvetrano, costituisce un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal R.O.S., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzata alla cattura del predetto latitante.