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Camera approva emendamento “Stop pubblicazione ordinanza di custodia cautelare”. Opposizioni: “legge bavaglio”

“Perché oggi non si vuole che vengano pubblicate le ordinanze di custodia cautelare? Non si vuole che si sappia che esistono persone, soprattutto quelle che appartengono alla borghesia mafiosa, ai colletti bianchi e ai corrotti, e che diventano oggetto di ordinanza. Di queste è interesse pubblico conoscerne i fatti, l’informazione non è solo un dovere, ma un diritto”


Queste le parole del deputato del Movimento 5 stelle ed ex pm, Cafiero De Raho, nel suo intervento alla Camera, contro l’emendamento-bavaglio presentato da Enrico Costa che vieta la pubblicazione, anche per estratti, delle ordinanze di custodia cautelare, che la Camera ha approvato. L’emendamento fa riferimento alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Una misura che non piace alla maggior parte delle opposizioni che hanno espresso parere contrario tranne Italia Viva e Azione, che hanno votato con il governo.

Per le opposizione è una legge “bavaglio” che serve a mettere a tacere la stampa. Il testo è passato a voto palese, in quanto Costa ha recepito la riformulazione proposta dal governo. I voti a favore sono stati 160, 70 i no (M5S, Alleanza Verdi e Sinistra e Pd). Italia Viva e Azione hanno votato a favore con la maggioranza. La proposta di modifica, per la quale il governo aveva annunciato il parere contrario, è stata riformulata e l’ok di Montecitorio c’è stato senza chiedere il voto segreto e senza creare imbarazzi nella maggioranza, visto che Fi aveva preannunciato il suo sì anche al testo precedente.

Il testo originario prevedeva il “divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare” fino alla conclusione delle indagini o dell’udienza preliminare, mentre nella riformulazione proposta dal governo si parla di divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza.

“L’emendamento a firma Costa riformulato sulla legge delegazione europea, approvato dalla Camera, in mano a questo Governo può diventare un nuovo bavaglio alla libertà di stampa. Non possiamo certo ritenere che questo Ministero della Giustizia che alterna annunci garantisti e panpenalismo di fatto possa avere il giusto equilibrio per trattare un tema così delicato. Nessuna delega in bianco al ministro della Giustizia Nordio, che passa lunghi periodi fuori dai monitor della politica, come sta avvenendo con la riforma della prescrizione”, attaccano il coportavoce e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e il capogruppo di Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera Devis Dori.

La riformulazione del testo viene invece commentata positivamente da Forza Italia con Matilde Siracusano: “Un risultato positivo – osserva – che ci soddisfa, un buon traguardo per ribadire ancora una volta l’importanza – per FI e per il governo – del garantismo e della presunzione di innocenza, cardini chiave sui quali si fonda la nostra Costituzione”.