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Carlson intervista Putin: “Guerra iniziata da Kiev nel 2014. Nato accetti conquiste territoriali. Russia non sarà mai sconfitta

“La sconfitta in Ucraina è impossibile e la Nato deve accettare le conquiste territoriali di Mosca. L’Ucraina è uno Stato artificiale, gli Usa hanno collaborato al sabotaggio di North Stream 2. L’invasione di Polonia o Lettonia è fuori discussione semplicemente perché non abbiamo alcun interesse”

Questo in sintesi il messaggio che Vladimir Putin manda all’Occidente, in un’intervista di oltre due ore rilasciata all’ex anchor di Fox news, Tucker Carlson, primo giornalista occidentale a farlo dall’inizio della guerra, che ha accusato i suoi colleghi “di non essersi neanche scomodati” a raccontare la versione russa. “La maggioranza degli americani non ha idea delle ragioni che hanno portato Putin a invadere l’Ucraina o di quali siano i suoi obiettivi. Non hanno mai ascoltato la sua voce. E questo è sbagliato”.

Il presidente russo ha esordito mettendo subito in chiaro che “La sconfitta della Russia in Ucraina è impossibile per definizione”, aggiungendo “Ci sono state urla riguardo la possibilità di infliggere una sconfitta strategica alla Russia sul campo di battaglia, ma questo è impossibile per definizione. Non accadrà mai”. “Tutti erano convinti che la Russia sarebbe stata sconfitta, ma questo ragionamento era frutto di arroganza, non di una mente illuminata”.

Putin inoltre ha sottolineato che la Nato deve accettare le conquiste territoriali di Mosca in Ucraina, “che è uno Stato artificiale”. Per Putin “I bolscevichi hanno creato l’Ucraina sovietica, che fino ad allora non esisteva affatto. L’Ucraina e’ uno stato artificiale” ed ha detto che”il ripristino delle relazioni tra i popoli di Russia e Ucraina richiederà molto tempo, ma accadrà”. Per Putin “dopo la seconda guerra mondiale, l’Ucraina ha ricevuto parte dei territori polacchi, ungheresi e romeni. L’Ucraina, in un certo senso, è uno stato artificiale creato per volontà di Stalin. L’Ucraina sovietica ha ricevuto un gran numero di territori che non hanno mai avuto nulla a che fare con essa, in primo luogo la regione del Mar Nero”.

Il leader russo ha poi detto che “i piani di pace erano quasi finalizzati, ma Kiev li ha gettati all’aria e ha obbedito agli ordini dell’Occidente di combattere la Russia fino all’ultimo. Boris Johnson ha fatto saltare la pace”. Vladimir Putin ha spiegato che diciotto mesi fa era pronto a firmare la fine della guerra con l’Ucraina, ma che l’allora premier britannico Boris Johnson fece saltare l’accordo. Il Presidente russo ha detto che i negoziati si erano tenuti a Instabul e che l’Ucraina aveva firmato l’accordo ma poi aveva ritirato la firma su pressione di Johnson, per il quale “era meglio combattere la Russia”. Putin sostiene che a mettere la firma a parte dei preliminari di accordo sarebbe stato Davyd Arakhamia, il capo del partito al governo, Servitore del popolo, e consigliere di Volodymyr Zelensky. “E’ molto triste per me – ha detto Putin – perché, così come lo pensava anche Arakhamia, avremmo potuto fermare queste ostilità già da un anno e mezzo. Dov’è ora Johnson? E la guerra continua”.

Quanto all’allargamento della guerra, che i Paesi del fianco est della Nato temono dal giorno dell’invasione quasi due anni fa, il leader del Cremlino ha chiarito che “l’invasione di Polonia o Lettonia è fuori discussione”. “Semplicemente non abbiamo alcun interesse” ad espandere la guerra, ha dichiarato Putin a Carlson avvertendo tuttavia che “solo in un caso la Polonia attaccasse la Russia invierei truppe”.

Putin ha anche accusato i servizi segreti statunitensi di avere un ruolo nel sabotaggio del gasdotto russo-tedesco North Stream 2 e ha dichiarato di essere sorpreso dal silenzio della Germania su questo argomento. Quando Carlson gli ha chiesto: chi ha fatto saltare in aria Nord Stream? Putin ha rispsto: “Lei di sicuro”. “Io ero impegnato quel giorno – ha risposto ironicamente Carlson – non feci saltare Nord Stream”. Allora il presidente russo ha replicato: “Lei può avere un alibi personale, ma la Cia non ce l’ha”.

Il leader del Cremlino è stato sollecitato anche su Joe Biden e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, un argomento che molti analisti temevano fosse affrontato in un momento delicato per la politica americana. Secondo molti, infatti, non è un caso che Putin abbia deciso di parlare con un reporter del Paese nemico proprio in questo momento. Sul presidente Usa il leader del Cremlino si è limitato ad un commento sarcastico. “Non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho parlato con Biden”, ha detto. Mentre su Trump  ha sottolineato di aver un buon rapporto personale. “Avevo un buon rapporto con lui, ma non è una questione di leader nelle relazioni tra Usa e Russia, è una questione di mentalità”, ha sottolineato ricordando di “aver avuto un ottimo rapporto anche con Bush. So che negli Stati Uniti veniva dipinto come una specie di ragazzo di campagna che non capiva nulla. Vi assicuro che non è così. Penso che abbia commesso molti errori nei confronti della Russia, ma ha esercitato pressioni sugli europei”.

“Non era peggiore di qualsiasi altro politico americano, russo o europeo e capiva quello che stava facendo meglio degli altri. Ho avuto un buon rapporto personale anche con Trump”, ha sottolineato Putin. “Non è una questione di leader, è una questione di mentalità”. Poi, in quello che è sembrato un messaggio al Congresso americano che in questi giorni deve approvare la legge sui finanziamenti all’Ucraina, Putin ha detto: “Voglio dire alla leadership Usa: se davvero volete che la guerra finisca, smettetela di fornire armi”. Infine una timida apertura sul reporter del Wall Street Journal. Infine Putin è detto disponibile ad un accordo: “Non è un argomento tabù, ma a “certe condizioni. Anche io voglio che ritorni nella sua patria”.