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C’è un “Armistizio di fatto” tra Ucraina e Russia: su 1.600 Km di confine si combatte solo a Bakhmut e Zaporizhzhia

Oggi sono 4 mesi esatti dall’inizio della controffensiva ucraina e sui 1600 chilometri di confine tra i due stati si combatte solo in due punti a Bakhmut e Zaporizhzhia, ma nessuno avanza perché la linea di difesa russa è superiore a quella dell’attacco dell’esercito di ucraino

Da due mesi in Ucraina, su una linea di confine di 1.600 chilometri, i punti di contatto fra i due schieramenti sono solo due: Bakhmut e Zaporizhzhia. Il resto è di fatto la linea di armistizio. Lo spiega all’Adnkronos un analista militare occidentale, facendo un’analisi sulla guerra tra Ucraina e Russia.

Le forze ucraine in questi punti caldi del fronte non riescono ad avanzare perché “la densità della difesa russa è superiore a quella dell’attacco e non c’è manovra”. Le forze ci sono ma sono talmente diradate da non consentire uno sfondamento. I soldati ucraini procedono a piedi, non usano più i carri armati perché gli aerei e soprattutto i temibilissimi elicotteri russi, fanno si che la vita media reale di un mezzo è bassissima, di poche ore. Stiamo parlando di potenza difensiva fatta di mine, densamente piazzate sul territorio, vecchie armi anti carro e di droni. “E’ quindi in atto un cambio di paradigma”. Operato con un insieme di armi vecchie e nuove.

La linea di difesa russa a Sud gli ucraini la attraversano a piedi. Nessun carro sminatore. Sono i soldati ad avanzare carponi di dieci metri con la zappa la notte e all’alba tornano indietro, “come gli Arditi sul Carso”. Spiega ancora l’analista militare occidentale. “La guerra di posizione è guerra di manovra, in cui sfrutti il movimento, la mobilità con la potenza di fuoco per avere la meglio. Ma se non si riesce a concentrare una massa sufficiente per superare la densità di difesa, stai fermo, che è quello che accade in questo momento al fronte in Ucraina”.
Per quanto riguarda i guadagni di territorio “Negli ultimi 12 mesi, sono stati scambiati, da una parte all’altra complessivamente, pochi chilometri quadrati, una ventina per la precisione. Ed è irrilevante precisare a favore di chi. A fronte di 100mila uomini, forse di più persi per parte”, sottolinea l’analista.

Infine l’analista militare conclude: “Se si continua in questo modo, tra un anno l’Ucraina arriverà alla situazione in cui era l’Italia nel 1917, quando si chiamarono a combattere i 17enni, i ‘ragazzi del ’99’”. Anche la Russia perde uomini, ma la base demografica è più ampia.