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C’è un errore nel testo della legge elettorale per i Comuni: nata per danneggiare il M5S, potrebbe ora premiarli


La nuova legge elettorale per i comuni, è inutile nasconderlo è nata per cercare di arginare l’imbattibilità dei pentastellati ai ballottaggi, ma un piccolo errore di appena una parolina, un articolo indeterminativo trasformato in determinativo, potrebbe sortire l’effetto contrario.

Ma andiamo per ordine. Circa sei mesi fa l’Ars ha modificato la legge elettorale per i Comuni, nel tentativo di sfavorire chi si presenta con meno liste. Il nuovo principio introdotto, in pratica fa si, che il voto che un cittadino esprime segnando solo la lista per il consiglio comunale, si estende automaticamente anche al candidato sindaco anche se su questo l’elettore non ha esplicitamente segnato alcun consenso. Si chiama effetto trascinamento e premia, appunto, i candidati con più liste perché – si presume – queste aumentano la capacità di raccolta di voti che poi si trasferiscono automaticamente sul candidato sindaco, esattamente l’opposto della norma precedente.

La nuova legge elettorale riscritta però, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 2 settembre, nell’articolo due, al comma 2, recita: “Ciascun elettore , con un unico voto, può votare per un candidato alla carica di sindaco e per una delle liste a esso collegate tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste”.

Ed ecco l’inghippo: il testo ufficiale parla di “una di tali liste” e non “la lista”, questo piccolo particolare presuppone che a ogni candidato sindaco sia collegabile una sola lista e che solo votando questa si estende il voto al sindaco mentre per tutte le altre l’estensione del voto non si verificherebbe.

Ad accorgersi della “falla” è stato Totò Orlando, presidente del consiglio comunale di Palermo, che dice: “Applicando le Note, gli unici candidati a raccogliere i voti di lista sono quelli che hanno una sola lista”. Cioè il M5S, che non si presenta in coalizione.

“Applicando le Note”, ma cosa sono le Note? In occasione di leggi così importanti la Gazzetta ufficiale pubblica anche le cosiddette Note. Si tratta di un vademecum fornito dall’Ufficio legislativo e legale della Regione che serve a spiegare la norma. È un atto ufficiale a cui si affidano i presidenti di seggio nello scrutinio e nelle Note è scritto anche che “il voto espresso per una delle liste di candidati al consiglio non si estende al candidato sindaco collegato”.

Il risultato è che i partiti impegnati in questi giorni nella costruzione delle liste, sono andati nel panico e Orlando va oltre: “Se le Note non verranno corrette, ci sarà il caos durante gli scrutini perchè un rappresentante di lista potrebbe contestare l’assegnazione dei voti. Si può perfino pensare che un movimento – ad esempio il M5S – istruisca i rappresentanti di lista proprio per contestare tutti questi voti”.

Per correttezza di informazione, va precisato che il testo ufficiale della legge, è  il solo che fa fede. Ma l’argomento fa paura, tanto che l’assessorato agli Enti Locali ieri ha annunciato che la Regione sta programmando una correzione sulla Gazzetta ufficiale proprio per fugare ogni dubbio… nella speranza che la pezza non sia peggiore del buco.