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CGIL: in 150 dalla provincia agrigentina a Roma per protestare contro i voucher


Ci saranno anche 150 agrigentini domattina alla Manifestazione Nazionale della CGIL. Le ragioni della manifestazione nazionale sono state illustrate ieri nel corso dell’Assemblea Generale che si è svolta nella Sala Pellegrino alla presenza del Segretario Nazionale della CGIL Nino Baseotto e di quello Regionale Michele Pagliaro.

Nella relazione introduttiva Massimo Raso ha detto che “nessuno di noi pensava di trovarsi di fronte ad un Governo che dapprima, in tutta fretta, cancella con un decreto i referendum, che dichiara di “non voler spaccare il paese” e che poi, incredibilmente, fa approvare degli emendamenti nella Legge di Stabilità dei nuovi Voucher dalle caratteristiche e dalle modalità anche peggiori degli esistenti.

Nessuno di noi – continua ancora – pensava che si potesse arrivare fino a tanto, fino a quello che abbiamo definito, giustamente, uno schiaffo alla democrazia. Siamo di fronte ad  una gravissima lesione della democrazia, un’aperta violazione dell’art. 75 della nostra Costituzione che definisce il diritto al ricorso all’istituto referendario, un’offesa ai milioni di cittadini che hanno firmato a sostegno del referendum proposto dalla CGIL”.

La CGIL non si fermerà alla Manifestazione di domani in cui ha già affermato che verrà sollevata una questione di legittimità di tali decisioni sia presso la Suprema Corte di Cassazione che ha annullato il referendum sull’abrogazione dei voucher in ragione di un provvedimento legislativo smentito pochi giorni dopo da un altro, sia presso la stessa Corte Costituzionale.

Inoltre il sindacato guidato da Susanna Camusso chiederà al Presidente della Repubblica un autorevole intervento al fine di tutelare lettera e sostanza dell’art. 75 della Costituzione, anche valutando l’opportunità di non promulgare la legge almeno sino al pronunciamento della Suprema Magistratura.

“Qui non sono in discussione solo i voucher, – affermano dal sindacato – è in gioco la concezione che si hanno del lavoro e della democrazia. Anche in questa provincia alla battaglia per i diritti affiancheremo sempre la battaglia per il lavoro, per difendere quello che c’è e per conquistarne di nuovo. Senza perdere di vista la battaglia per il rinnovo dei contratti e per cambiare le regole dell’accesso al sistema pensionistico.

A Roma portiamo il grido di dolore e di sofferenza di una delle provincie più povere d’Italia e che rivendica politiche di investimento e sviluppo che finora sono solo annunciati!”