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Chiusura della SP sciacca Salinella. Simone Di Paola: “Non solo un danno per i produttori, l’ennesima demagogia del governo Crocetta”


“La chiusura della SP Sciacca Salinella rappresenta un gravissimo danno alle attività agricole e produttive presenti in gran quantità nella zona, che hanno in tale arteria l’unica strada di collegamento con la città di Sciacca e con il resto della provincia e che dunque rischiano l’isolamento più totale”.

Così oggi il consigliere al civico consesso saccense Simone Di Paola.

Per il consigliere del PD: “Già nei mesi scorsi mi sono battuto affinché fosse riaperto il ponte che insisteva sulla suddetta strada provinciale, trovando la disponibilità e l’interessamento delle istituzioni del libero Consorzio e degli uffici tecnici competenti; adesso va condotta una nuova battaglia per evitare che da questo evento possa determinare l’ennesimo disagio per una delle zone più ricche e più importanti dal punto di vista agricolo della città di Sciacca.

Mi rivolgo pertanto all’assessore Caracappa affinché, come già fatto in precedenza, si possa nuovamente tornare a sollecitare insieme il libero Consorzio, ribadendo nuovamente la strategicità della SP Sciacca Salinella consentendone la riapertura nel tempo più breve possibile.

Al contempo però – spiega Di Paola – non posso non rimarcare come la chiusura della suddetta arteria provinciale altro non sia se non la conseguenza delle nefaste politiche della Regione Siciliana, infarcite solo di demagogia e populismo, che hanno portato a dimissionare le vecchie province solo per soddisfare la pancia dei cittadini più arrabbiati senza porsi prima il tema di come garantire le prerogative e le competenze e soprattutto le risorse economiche necessarie a far funzionare i nuovi Enti, specie in una provincia come la nostra dove ancora molti territori sono collegati solamente da strade provinciali e la loro chiusura rappresenta un danno enorme per l’intera comunità.

Mi auguro pertanto che la Regione Siciliana faccia presto a sbloccare le risorse destinate ai liberi consorzi e soprattutto che l’assemblea regionale legiferi in modo tale da consentire che le istituzioni provinciali possano tornare a funzionare ed a rappresentare i bisogni di territori che, con la chiusura delle vecchie province, non hanno fatto altro che impoverirsi e subire disagi enormi”.