Seduta consiliare movimentata – come al solito – quella che si è svolta ieri sera nel Palazzo di città, che si può sintetizzare in pochi punti.
Il consiglio comunale quasi all’unanimità, con la sola eccezione dei consiglieri del M5S, ha votato il punto riguardante l’abbandono della partecipazione societaria del Comune di Sciacca con il CUPA, ovvero l’Università di Agrigento, su cui abbiamo già scritto in modo approfondito in questo articolo.
Questa decisione era già nell’aria, era stato lo stesso sindaco Francesca Valenti ad averne anticipato i contenuti. I 30 mila euro risparmiati da questa collaborazione ora saranno destinati ad altre attività più produttive.
Poi si è passati all’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche. Il punto è stato approvato, ma con le inevitabili polemiche. Hanno votato a favore, la maggioranza e non poteva essere altrimenti e i due consiglieri del M5S, Fabio Termine ha votato contro, perché ha ritenuto il piano identico a quello della precedente amministrazione. Infine il centrodestra si è astenuto e paradossalmente per le stesse motivazioni di Termine, ragione per cui non poteva votare contro.
Calogero Bono, come al solito tra i più “battaglieri”, ha riferito ai nostri microfoni, che la giunta in carica, ha di fatto presentato il loro piano senza alcuna modifica, quindi per il centrodestra sarebbe stato perfetto e di conseguenza da votare: ed allora perché si sono astenuti?
Ed è Bono a spiegarci l’arcano. La maggioranza – dice l’ex presidente del consiglio – “non ha presentato una sola paginetta con una nuovo progetto, giustificabile per questione di tempo per il 2017, ma non per il 2018”, da qui la decisione di astenersi, proprio per rimarcare la mancanza di una qualsiasi programmazione della Giunta Valenti.
Un’altro punto che ha causato diversità di opinione e che alla fine non è stato approvato, è quello riguardante la verifica delle aree disponibili e determinazione prezzo di cessione da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie, ovvero il piano ASI, riguardanti i 18 lotti di terreno della zona industriale di contrada S. Maria.
La divergenza è sorta sul prezzo di vendita dei terreni, che la maggioranza ha stabilito in 60 euro metro quadro, cifra giudicata dal centrodestra “esagerata”, in relazione alle quotazioni di mercato attuali e proponendo un emendamento, con il quale ha chiesto di abbassare il prezzo a 40 euro Mq. La discussione ha innescato polemiche accese ed alla fine, la maggioranza ha chiuso il dibattito e spostato la decisione alla prossima seduta, convocata per giorno 18, giustificandosi con l’assenza in aula dell’architetto, Aldo Misuraca, titolare della pratica.
Redazione Fatti & Avvenimenti