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Fedeli respingono gli inviati del governo Kiev al Monastero delle Grotte, Mosca: “Russia non resterà indifferente”

Kiev continua nella sua opera di persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina fedele al Patriarcato di Mosca, oggi tentativo di sgombero dei monaci dal millenario Monastero delle Grotte di Kiev

I fedeli ucraini si sono riuniti stamani davanti al millenario Monastero delle Grotte di Kiev ed hanno impedito ai rappresentanti del governo ucraino di entrare nella struttura dove avrebbero dovuto mettere i sigilli ad alcuni degli edifici per fare sgomberare i monaci della Chiesa ucraina fedele da sempre al patriarcato di Mosca.

La possibilità di evacuare i sacerdoti della Kiev-Pechersk Lavra in Russia dipenderà dalla loro decisione, ma la Russia non rimarrà indifferente al loro futuro. A dirlo oggi il ​​portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha aggiunto: “Se vengono sfrattati dalla Lavra, tutto dipenderà dalla loro decisione, da cosa faranno dopo. Tuttavia, ovviamente, non ho dubbi che nessuno in Russia rimarrà indifferente al loro futuro, se necessario“, ha detto

Il 10 marzo scorso su ordine del governo di Kiev guidato da Zelensky era stata annunciata la risoluzione del contratto di locazione a tempo indeterminato con la Chiesa Ortodossa ucraina ed è stato ordinato ai monaci di lasciare i locali entro il 30 marzo. Il metropolita padre Pavel, priore del Monastero, ha bollato queste azioni come illegali e ha affermato che i monaci si rifiutavano di lasciare il monastero.

Sempre padre Pavel, oggi si è rivolto ai fedeli che hanno bloccato i lavori della commissione del ministero della Cultura ucraino che voleva avviare lo sgombero dei religiosi, dicendo: “State calmi e mansueti. In nessuna circostanza la commissione può operare. Non hanno né il permesso né il diritto di farlo. Ora c’è la legge marziale durante la quale è impossibile rompere il contratto. Solo quattro mesi dopo la fine della guerra potranno farlo. Non c’è nemmeno una sentenza del tribunale. Difendiamo i nostri diritti, ma non dobbiamo sbagliare, poiché i giornalisti stanno filmando tutto”.

Il metropolita Pavel si è rivolto inoltre anche allo stesso Zelensky con un video: “Signor Presidente! Dico a te e al tuo branco che le nostre lacrime non cadranno a terra, cadranno sulla tua testa. Pensi che, essendo salito al potere sulle nostre spalle, puoi fare tutto? Il Signore non perdonerà né te né la tua famiglia! 220 fratelli vengono gettati sulla strada. Guai a voi!”.