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Francia. Non si fermano manifestazioni contro riforma delle pensioni: ancora scontri con 457 fermi 441 agenti feriti

Le manifestazioni contro la riforma delle pensioni non accennano a placarsi, anzi sembrano acuirsi, tanto che di re Carlo d’Inghilterra ha rimandato la visita a Parigi per evitare problemi

Le manifestazioni Parigi e non solo, non accennano a placarsi e sono degenerate in guerriglia urbana, la polizia è intervenuta con idranti e lacrimogeni e lo scontro con i manifestanti è stato inevitabile. Alla fine il conto è salato e i feriti tra le forze dell’ordine, tra poliziotti e uomini della Gendarmeria è di 441 feriti e di 457 persone  fermate. Questi i numeri ufficiali diramati dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. Ma non basta nel bilancio rientrano anche gli atti di vandalismo che comprendono 903 incendi a oggetti di arredo urbano e cassonetti dell’immondizia nella sola Parigi, dove gli scontri più violenti si sono concentrati in place de l’Opéra e in place de la Bastille,

Proteste e scontri contro la riforma della pensioni non solo nella Capitale, nella notte a Bordeaux i manifestanti hanno assaltato il municipio ed hanno appiccato le fiamme al portone dì ingresso del Comune. Proteste imponenti anche a Marsiglia, Lione, Besançon, Rennes, Rouen e Arles.

Anche la giornata di ieri è stata cruenta, con manifestazioni in 320 città, che come al solito hanno innescato la guerra dei numeri: secondo i sindacati organizzatori sono scese in piazza 3,5 milioni di persone, mentre per il governo erano un milione.

Gli scioperi indetti dai sindacati, stanno paralizzando il Paese e la direzione generale dell’aviazione civile ha chiesto alle compagnie aeree di rinunciare al 33% dei loro voli domenica all’aeroporto di Parigi Orly e al 20% lunedì, per lo sciopero dei controllori aerei contro la riforma: gli annullamenti preventivi riguardano anche il 20% dei voli di domenica nell’aeroporto di Lione Saint-Exupéry e del 20% di quelli di domenica e lunedì a Marsiglia.

Che il livello delle proteste sia particolarmente “importante” è dimostrato dal fatto che il governo ha deciso di rinviare la visita in Francia di re Carlo III d’Inghilterra, in programma dal 26 al 29 marzo. La decisione si legge nella nota “è stata presa dai governi francese e britannico dopo un colloquio telefonico tra il presidente della Repubblica e il re questa mattina”: il rinvio è stato concordato “per poter accogliere sua Maestà re Carlo III nelle condizioni che corrispondono alla nostra relazione di amicizia”. Proprio per martedì 28 infatti è prevista una nuova giornata di proteste e scioperi di massa.