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Gaza. 48 giornalisti uccisi nella Striscia in un mese: “Mai così in 30 anni. Bombardamenti, arresti, censure e minacce”

A dirlo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ): “La guerra tra Israele e Gaza ha avuto un grave costo per i giornalisti” che lavorano dalla Striscia di Gaza assediata dalle forze ebraiche

Nella guerra israelo-palestinese – sebbene lo Stato Ebraico dica di identificare ufficialmente solo Hamas come nemico – neppure i giornalisti si salvano. A partire dal 19 novembre, secondo le indagini preliminari del CPJ – Comitato internazionale per la protezione dei giornalisti – ci sono stati almeno 48 morti tra giornalisti e operatori dei media. Decessi che si uniscono agli oltre 13.000 uccisi dall’inizio della guerra il 7 ottobre scorso, con oltre 12.000 morti palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e 1.200 morti in Israele. 

Per CPJ due in particolare le giornate nere: il 18 novembre dove si sono verificate cinque morti ed il 7 ottobre, dove a morire sono stati sei giornalisti. Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno apertamente detto alle agenzie di stampa Reuters e France Press che non potevano garantire la sicurezza dei loro giornalisti che operano nella Striscia di Gaza.

CPJ ha denunciato più volte che i giornalisti a Gaza affrontano rischi particolarmente elevati mentre cercano di coprire il conflitto durante l’assalto di terra israeliano, tra cui devastanti attacchi aerei israeliani, comunicazioni interrotte, carenze di approvvigionamento e ampie interruzioni di corrente, ma non solo. A partire dal 19 novembre si sono verificati: 48 giornalisti e operatori dei media morti – di cui 43 palestinesi, 4 israeliani e 1 libanesi -, 9 giornalisti feriti, 3 giornalisti scomparsi e altri 13 giornalisti sono stati arrestati, con molti altri vittime di attacchi militari, minacce, attacchi informatici, censura e persino uccisioni di loro familiari.

“CPJ sottolinea che i giornalisti sono civili che svolgono un lavoro importante durante i periodi di crisi e non devono essere presi di mira dalle parti in guerra”, ha detto Sherif Mansour, coordinatore del programma Medio Oriente e Nord Africa del CPJ. “I giornalisti di tutta la regione stanno facendo grandi sacrifici per coprire questo conflitto straziante. Quelli a Gaza, in particolare, hanno pagato e continuano a pagare un costo senza precedenti e affrontano minacce esponenziali. Molti hanno perso colleghi, famiglie e strutture dei media e sono fuggiti in cerca di sicurezza quando non c’è rifugio o uscita sicura”.