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Green pass: Ok unanime del governo all’obbligo sul posto di lavoro. Siamo l’unico paese in Europa ad adottarlo


Dal 15 ottobre il green pass diventerà obbligatorio nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Tutti i partiti del Governo hanno dato l’Ok

Il Consiglio dei Ministri di ieri giovedì 16 settembre, ha deciso all’unanimità: obbligo di green pass sul posto di lavoro. Le norme, equiparate a quelle della scuola, prevedono la sospensione dello stipendio dopo 5 giorni per chi non si adegua e Sanzioni da 600 a 1.500 euro per chi elude i controlli, mentre per gli inadempienti non ci sarà il licenziamento, ma la sospensione dello stipendio.

L’Italia è l’unico Paese Europeo ad avere adottato misure così restrittive e le voci contrarie a questo provvedimento sono ancora tante, basta pensare che ad oggi gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale sono circa 40 milioni pari al 74,92% di chi potenzialmente potrebbe farlo. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, però confida che “entro fine settembre avremo vaccinato l’80% della popolazione vaccinabile, esclusi quindi gli under 12”.

Sicuramente questo provvedimento, che anche se non obbligatorio di fatto è impositivo, perché non tutti possono permettersi di restare senza stipendio e quindi saranno obbligati a vaccinarsi contro la loro volontà, servirà a raggiungere gli obiettivi fissati dal governo.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato che “Questo decreto è per continuare ad aprire”, frase ad effetto, ma che non corrispondente alla realtà, infatti se ormai è dimostrato che i vaccinati possono infettarsi e trasmettere la malattia, qualcuno dice in modo lieve, ma anche questa affermazione è stata smentita dai fatti, il rischio è che il possessore del green pass si senta al sicuro e abbandoni le regole adottate ed inneschi un contagio a catena.

Ma vediamo a chi si applica il nuovo decreto. Sono tenuti a essere in possesso dei Certificati Verdi i lavoratori dipendenti delle Amministrazioni pubbliche. L’obbligo riguarda inoltre il personale di Autorita’ indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. Inoltre l’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attivita’ lavorativa (o formativa, come per esempio gli stagisti) presso le pubbliche amministrazioni.

Dunque l’obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, il Certificato Verde e’ necessario per accedere ai luoghi di lavoro delle strutture prima elencate. Ad effettuare i controlli saranno i datori di lavoro che sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Previste sanzioni “salate”. Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del Green Pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione Verde; dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro e’ sospeso e la retribuzione non e’ dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

Per coloro che sono colti senza la Certificazione sul luogo di lavoro è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari. Per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.

Infine il governo chiede che il green pass sia obbligatorio anche per i parlamentari e per i dipendenti delle Camere e venga esteso anche a tutti gli organi costituzionali, includendo dunque Quirinale e Corte Costituzionale, tutti soggetti ad autodichia.

La bega principale è l’applicazione del certificato vaccinale anche agli eletti. Una questione molto delicata su cui la settimana prossima si confronteranno il Consiglio di Presidenza del Senato – di cui fanno parte i questori – e la conferenza dei capigruppo. Lo stesso avverrà alla Camera. La questione sarà tra i primi punti all’ordine del giorno della riunione della capigruppo, convocata mercoledì nel primo pomeriggio per definire il calendario dei lavori.

Intanto ci sono frizioni in casa Lega, dove il primo a commentare è stato Claudio Borghi: “Ho detto enne volte che speravo che l’obbligo del green pass venisse esteso al Parlamento, così mi avrebbe dato la possibilità di chiedere una pronuncia in merito alla Corte Costituzionale a difesa del lavoro di tutti. Adesso che pure la Consulta è intimata risponderà direttamente”.

Matteo Salvini invece si affretta a dichiarare: “Se la politica impone il green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato, è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento. Punto”.