⦿ Ultim'ora

Il Vaiolo delle scimmie arriva in Italia: tre i casi segnalati. Ecco come si trasmette e quali sono i sintomi

Il vaiolo delle scimmie si presenta simile ad un’influenza, con gonfiore dei linfonodi, seguiti da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. Il timore è che si sia adattato e passa da uomo a uomo

I Casi sospetti o confermati di vaiolo delle scimmie (monkeyp), una rara infezione virale correlata al vaiolo, inizialmente tipicamente limitata all’Africa, al momento sono solo una cinquantina nel mondo.

I Paesi interessati sono gli Stati Uniti, il Canada e in Europa anche l’Italia, dove in due giorni solo a Roma ci sarebbero tre casi, di cui uno accertato e due sospetti ricoverati allo Spallanzani, ancora in attesa del risultato dell’analisi sul virus. Si tratta di soggetti tornati dalla Spagna, ma non sarebbero gravi.

Gli esperti dicono che il vaiolo delle scimmie non si era mai comportato così, finora aveva colpito soprattutto viaggiatori provenienti dall’Africa, o al massimo i loro conviventi. Dal 14 maggio invece una ventina di pazienti in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Svezia e Usa sono risultati positivi senza mai aver viaggiato in luoghi a rischio. Altrettanti sono i casi sospetti in Europa, in 17 attendono la diagnosi in Canada. La maggior parte – fa sapere l’Organizzazione mondiale della sanità – sono uomini e hanno avuto di recente rapporti sessuali con altri uomini.

Il genoma del virus è in corso di sequenziamento, ma si time che il virus delle scimmie si sia adattato all’uomo e abbia imparato a contagiare gli individui della nostra specie senza bisogno di un contatto con un animale. Se il focolaio si dovesse estendere, potrebbe essere presa in considerazione una campagna vaccinale per gli individui a rischio e per i giovani. Il vaccino per il vaiolo – la cui somministrazione in Italia è cessata nel 1981 – offre una certa protezione anche contro il vaiolo delle scimmie.

Il primo caso rilevato in Italia è relativo ad un giovane romano da poco tornato dalle Canarie, che mercoledì notte è andato al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, preoccupato perché all’improvviso il viso gli si è riempito di bolle. Fortunatamente nei giorni scorsi l’Ecdc, European Centre for Disease Control, aveva lanciato l’allerta, consentendo ai medici del pronto soccorso di capire subito di fronte a quale forma di malattia si trovavano. 

I sintomi sono chiari: pustole rotonde e grandi come un bottone di camicia, che partono dal viso e poi dopo poche ore si estendono anche sul tronco, fino ai genitali. Il giovane è stato subito trasferito all’Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani, dove dopo le analisi è arrivata la conferma che si trattava proprio virus del vaiolo delle scimmie o monkeypox.

I medici dello Spallanzani, tranquillizzano sulle modalità con cui avviene il contagio e spiegano: “Il contagio può avvenire attraverso le goccioline di saliva e i contatti con le lesioni o i liquidi biologici infetti”.

Secondo l’Ecdc, questo virus presenta almeno due caratteristiche del tutto nuove rispetto alla forma che si conosceva fino a ieri: “È la prima volta – dice l’Ecdc – che troviamo catene di trasmissione senza legami con l’Africa centrale od orientale. Questi sono anche i primi casi al mondo osservati nella categoria di uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini”.

Un dichiarazione che innescato la protesta del Partito Gay. “Chiediamo al ministero – ha dichiarato il portavoce Fabrizio Marrazzo – di intervenire per evitare che come negli anni 80 si crei uno stigma contro le persone gay”.

Gli altri due casi sospetti riguardano altri due giovani uomini romani tornati di recente dalla Spagna. E dei quali si è in attesa del test, ma i sintomi sembrano fugare ogni dubbio. Tutti e tre i pazienti sono in osservazione allo Spallanzani, ma stanno bene. Non hanno bisogno di terapia – che di fatto neanche esiste, a eccezione di alcuni antivirali sperimentali – e restano in isolamento, anche se c’è bisogno di un contatto stretto e prolungato perché il vaiolo delle scimmie si trasmetta.