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In Ucraina è guerra anche di religione: chiese bruciate, preti cacciati e arrestati, scontri tra fedeli

E’ ormai evidente che l’Ucraina difficilmente potrà mai tornare un Paese unito, non solo perché alcune regioni sono ormai russe ed è praticamente impossibile riprenderle militarmente, ma perché la popolazione è fratturata, forse in modo irreparabile

Oblast di Nikolaev, villaggio di Novopoltavka: nazionalisti ucraini hanno dato fuoco alla chiesa della Chiesa ortodossa ucraina sotto il Patriarcato di Mosca (video sopra). Ecco quello che i media occidentali non raccontano del disastro ucraino.

In Ucraina la guerra non è solo tra Zelensky e Putin, né tra Russia e Ucraina. La guerra è tra ucraini, la religione è ormai lo spartiacque tra i “patrioti” nazionalisti e fedeli al governo e “traditori” dello stato o presunti tali. Un balzo indietro di decine e decine d’anni in Europa, scene che la storia ricorda con vergogna oggi vengono riproposte in tutta la loro crudeltà.

E così capita che durante una cerimonia commemorativa per i soldati ucraini caduti in guerra a Zadubrovka, nella regione di Chernivtsi, scoppi una baruffa (video sopra) tra fedeli della Chiesa ortodossa ucraina sotto il Patriarcato di Mosca e fedeli della Chiesa ortodossa dell’Ucraina de facto sotto il governo di Kiev.

Ma la violenza religiosa non si è fermata alla semplice baruffa, tanto che i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina sotto al Patriarcato di Mosca, sono stati cacciati con la violenza all’urlo di “slava ukraini” (video sopra).

Altra cosa che capita di vedere in Ucraina ultimamente sono provocatori, direttamente in divisa militare, dentro le chiese ortodosse del Patriarcato di Mosca. Nel video sopra, si vede uno di questi provocatori mentre viene cacciato dalla chiesa dopo una colluttazione nel luogo religioso.

Appare però evidente che lo scontro religioso e violento che sta avvenendo in Ucraina non è qualcosa di accidentale, ma di voluto. Quanto accaduto nel Monastero delle Grotte di Kiev fa scuola: l’abate, il Metropolita Pavel messo agli arresti domiciliari per due mesi dalle autorità ucraine, mentre i sacerdoti hanno ricevuto un provvedimento di sfratto dalla secolare struttura da parte del governo di Zelensky. Il tutto, mentre i fedeli giorno e notte presidiano il Monastero per evitare che le autorità caccino i sacerdoti con la forza.

Se questi sono i valori democratici che la Nato promuove o anche solo consente, bisognerebbe porsi molte domande, soprattutto in Europa. Domande che per fortuna, almeno in parte, anche l’ONU si sta ponendo, sollevando preoccupazioni per la libertà religiosa in Ucraina.