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In uscita il libro di Mirko Crocoli, “Nel nome di Craxi”: La Sicilia nella vita di Bettino Craxi


“La tanto “osannata”, acclamata e sbandierata operazione “Mani pulite”, altro non fu , quanto meno negli effetti, che un vero e proprio Colpo di Stato mascherato, il primo e più altisonante della storia Repubblicana di questo sventurato Paese”

Da Siciliano quale orgogliosamente sono, non posso che complimentarmi con l’amico e collega Crocoli per il suo nuovo lavoro letterario (appena uscito) dedicato ad un noto (anch’esso) personaggio siciliano, sì milanese di nascita, ma dal sangue messinese da parte di padre. Benedetto detto Bettino era infatti figlio di Vittorio Craxi, di San Fratello, poi trasferitosi a Milano e Como, ove divenne Prefetto. Ma il legame profondo tra Bettino Craxi e la nostra Isola non è solo a carattere puramente parentale, c’è molto altro da aggiungere. Lo Statista, a cui Mirko Crocoli dedica un volume di 446 pagine dal titolo “NEL NOME DI CRAXI” (disponibile su Amazon), fu l’artefice di una “battaglia” storica con la più grande potenza del mondo nella ormai nota crisi di Sigonella, che si consumò all’interno della base militare NATO intitolata al Capitano Pilota M.o.v.m. “Cosimo di Palma”, sita nell’omo­nima contrada, in provincia di Siracusa, sede della Naval Air Station (l’aviazione della marina USA) e del 41° Stormo Antisom dell’Aeronautica italiana. Un “NO!” che è ancora oggi segno indelebile di grande autorevolezza da parte del nostro GOVERNO (ora utopia) e un senso dello Stato (quando lo Stato c’era e contava all’estero!!!) che viene ricordato come forse l’ultimo sussulto di sovranità, prima del buio più totale in campo internazionale. Ma c’è anche un’altra base siciliana nella storiografia politica di Craxi, e un “SI!”, se vogliamo ancora più duro del “NO!” di Sigonella, indirizzato agli intransigenti Capi del Politburo di Mosca, che mandò su tutte le furie il Partito Comunista Italiano. Era il “SI” all’installazione degli euromissili Cruise a Comiso (16 km da Ragusa), nel vecchio aeroporto “Vincenzo Magliocco”, come garanzia e fedeltà alla NATO e quale deterrente alle mire espansionistiche dell’Armata Rossa nel vecchio continente. 

Ne libro c’è poi il rapporto con l’amico-artista palermitano doc Filippo Panseca, genio visionario, curatore di gran parte dei suoi straordinari e futuristici congressi e soprattutto ideatore del nuovo “emblema” che tolse di mezzo i vecchi e ingombranti simboli della falce e martello per dare ampio spazio al garofano. Ma anche la questione di Lampedusa e il missile di Gheddafi e la gestione attenta e pragmatica del fenomeno dell’immigrazione che lui considerava, già all’epoca (pensate un po’!!!), aspetto altamente delicato, da prendere in seria considerazione. Nel lontano 1987 (ben 33 anni orsono), al Forum “L’Europa e il Maghreb” si parlava di Africa sub sahariana e Mediterraneo. Temi attuali. Per noi è presente! Craxi sostenne profeticamente che: “Dobbiamo sapere che nella riva sud del Mediterraneo queste popolazioni sono soggette ad un tasso di incremento demografico che è ancora molto alto. Sono iniziate correnti emigratorie e migratorie che, in assenza di un accelerato processo di sviluppo che abbracci tutta la riva sud del Mediterraneo sono destinate a gonfiarsi in maniera impressionante. E saranno delle tendenze inarre­stabili e incontrollabili. Paesi con popolazioni giovanissime che, naturalmente vanno verso le luci della città, se noi non accenderemo le luci in quei Paesi”. 

E poi giunse la tanto “osannata”, acclamata e sbandierata operazione “Mani pulite”, altro non fu , quanto meno negli effetti, che un vero e proprio Colpo di Stato mascherato, il primo e più altisonante della storia Repubblicana di questo sventurato Paese, a cui seguiranno gli altri su Berlusconi (invito a comparire durante il G8 di Napoli, “Plotone di esecuzione” della Corte di Cassazione e via discorrendo) e i recenti tentativi di estromettere ed epurare dalla politica nazionale il capo dell’opposizione italiana Matteo Salvini (chat di Palamara docet!!!). Paragoni e similitudini forse non accostabili, ma i dubbi non solo appaiono leciti, ma soprattutto legittimi. 

Che dire, per un NON socialista come il sottoscritto, ma che fotografa quegli anni, gli Ottanta, i magnifici, periodo in cui l’Italia era governata da Craxi e si collocava di diritto nei primi posti tra le nazioni più industrializzate del pianeta, non rimane altro che lanciare un sincero “Chapeau” a Crocoli per il suo bel lavoro di narrazione e ricordo e un altro appassionato “Chapeau” al compianto ex Presidente del Consiglio siculo-messinese, lo Statista che, negli anni d’oro, fece maestosa e rispettata questa nostro amata Patria. 

di

Gaetano Montalbano. 

 

Due pensieri di Craxi per farci riflettere: 

“Guardo la sfera di cristallo e vedo un gran buio. Una po­litica in gran parte residuo del vecchio, avvolta in una babele di linguaggi soprattutto in materia di ciò che dovrebbe essere il nuovo. Da qui l’incertezza, la confusione, la difficoltà di fare previ­sioni sul destino della politica, quella con la “P” maiuscola, e cioè dotata della volontà, della capacità e della forza necessarie per dirigere e tutelare le sorti di una comunità nazionale”.

(Bettino Craxi) 

“Il nostro prestigio internazionale, come si è già potuto ben vedere in più di una occasione significativa, è ormai meno che zero. In generale anche gli amici che ci sono rimasti scuotono la testa e ci considerano un Paese da ricovero”. 

(Bettino Craxi)