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Israele bombarda Gaza da nord a sud, colpite 2 scuole con sfollati, almeno 50 morti. Onu: “situazione apocalittica”

Almeno 50 civili sono stati uccisi e centinaia di altri feriti in una serie di attacchi israeliani che hanno preso di mira due scuole che ospitavano sfollati nel quartiere di al-Darraj a Gaza City

Lo riferiscono fonti all’agenzia palestinese Wafa. Aerei da guerra israeliani hanno bombardato la scuola Salah Ad-Din gestita dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e la scuola Martyr Assad Saftawi nel quartiere di al-Darraj. Decine di feriti sono stati portati all’ospedale arabo Al-Ahli, nel vicino quartiere di al-Zeitoun. Gli operatori delle ambulanze hanno riferito enormi difficoltà a raggiungere i feriti a causa degli intensi bombardamenti israeliani sull’area.

Inoltre Israele ha dato l’ordine all’Oms di svuotare entro 24 ore il suo magazzino di Gaza che contiene materiale sanitario. Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus su X ha chiesto a Israele di ritirare l’ordine di svuotare “Chiediamo a Israele di ritirare l’ordine e di adottare tutte le misure possibili per proteggere i civili e le infrastrutture civili, compresi gli ospedali e le strutture umanitarie”, ha scritto Ghebreyesus.

Per ordine di Israele, i servizi di telecomunicazione sono stati interrotti in tutta la Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato in un comunicato la società palestinese di telecomunicazioni Paltel. “Siamo spiacenti di annunciare la completa cessazione delle comunicazioni e dei servizi Internet con la Striscia di Gaza, poiché le linee principali precedentemente ricollegate sono state nuovamente interrotte”, si legge nel comunicato.

Per l’Onu la situazione nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra è “apocalittica’: i civili sono costretti a fare “una scelta impossibile dopo l’altra” in un territorio dove “nessuno luogo è sicuro” e “nessuno è al sicuro”. Lo scrive su X il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths e il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Lynn Hastings ha aggiunto che con le operazioni di terra israeliane ora concentrate nel sud di Gaza, “non esistono” le condizioni per fornire aiuti, e si avvicina nell’enclave palestinese “uno scenario ancora più infernale”.
L’Onu riferisce anche che ieri lunedì, Rafah è stata l’unica località della Striscia di Gaza dove sono stati distribuiti aiuti limitati – farina e acqua – mentre nella vicina Khan Younis le distribuzioni sono quasi cessate a causa dell’intensità dei combattimenti. Decine di migliaia di palestinesi in fuga da Khan Younis per Rafah non hanno un posto dove stare e si accampano nelle strade e in altre aree all’aperto “dove montano tende e ripari di fortuna”. Tutti i servizi di telecomunicazione a Gaza sono stati interrotti lunedì sera e le organizzazioni umanitarie temono che la mancanza di comunicazioni ostacoli ulteriormente la fornitura di “assistenza salvavita”.

“Sono estremamente allarmato dalla ripresa delle ostilità tra Israele e Hamas e altri gruppi armati palestinesi a Gaza”, ha dichiarato il segretario genereale dell’Onu Antonio Guterres in una nota. “Le Nazioni Unite – continua – fanno appello alle forze israeliane a evitare ulteriori azioni che aggraverebbero la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e a risparmiare altre sofferenze ai civili”. “Civili – aggiunge – di cui fanno parte anche lavoratori sanitari, giornalisti e personale dell’Onu”. Guterres ha anche manifestato preoccupazione per l’escalation di violenza nei Territori e ribadito la richiesta per un “cessate il fuoco umanitario a Gaza e il rilascio immediato e senza condizione di tutti gli ostaggi”