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La “leopoldina” di Faraone è stata un flop, parola di Crocetta (e non solo)


Si è conclusa ieri sera la leopolda siciliana voluta fa Davide Faraone, non senza polemiche e strascichi.

Faraone-CrocettaLa presenza di numerosi ex azzurri e centristi vari, ne abbiamo parlato in questo articolo, unite alle polemiche tra il “patron” Faraone e il presidente e alla scarsa presenza di pubblico, ha messo in evidenza le difficoltà in cui il PD, non solo siciliano naviga.

Ovviamente le critiche più dure arrivano proprio da Rosario Crocetta, grande escluso della manifestazione, non invitato e attaccato dal palco da Faraone. Il governatore, non le manda a dire e sulla manifestazione si esprime così: “Capisco il nervosismo di Faraone, la sua leopoldina è stata un flop. Tre giorni vuoti, non c’erano i siciliani ma soltanto politici e qualche simpatizzante andati lì per timbrare il cartellino”.

Tralasciando gli interessi di ognuna delle due parti, in effetti da quello che si è visto, Crocetta, non ha avuto grosse difficoltà ad attaccare il suo (ex?) partito, come detto sopra, la partecipazione di quella che deve essere l’anima di ogni formazione politica, cioè il popolo, tradotto gli elettori, è stata scarsa o meglio, inesistente. Tanti generali ma senza truppe.

Le polemiche tra i due non si sono fermate all’esito della manifestazione, ma come ovvio si sono allargate alla politica corrente, così Crocetta affonda il colpo: “Faraone sta lavorando per far perdere il Pd e Renzi in Sicilia dopo l’ennesimo flop della Leopolda siciliana senza big nazionali, senza giovani, senza nuovi pezzi di società”. Ed ancora: “se il governo regionale va male come dice lui, voglio ricordargli che lui ha indicato gli assessori che hanno le deleghe più pesanti. Quindi la colpa è anche sua”. Poi l’affondo ad umiliare: “per il resto io ho vinto le elezioni quando mi sono candidato, lui le ha sempre perse ed è stato eletto grazie alla lista bloccata”.

Chiaramente l’astio deriva dalle accuse che Davide Faraone alla chiusura della Leopolda sicula ha rivolto in relazione all’azione di governo al presidente, che risponde: “trovo singolare le accuse al governo regionale da chi è sempre stato nel mio governo e che in questa fase ha tre assessori su 12 in posti chiave come l’economia, la sanità e l’energia”. Insomma il bue che da del cornuto all’asino.

Ne deriva un partito diviso e lacerato, afflitto da ingordigia di posti ed incarichi, in cui nessuno vuole fare un passo indietro, infatti le ultime parole di Crocetta sulle prossime regionali sono chiare: “Io ci sarò perché ho già vinto una elezione, gli altri nemmeno le primarie a partire da lui”.