“I nuovi requisiti stabiliti dalle ASP perché il cane possa essere microcchipato, non serviranno a contrastare il randagismo e renderanno più complicata l’identificazione. Inoltre le sanzioni previste scoraggeranno i proprietari degli animali che non si trovino nelle condizioni richieste”.
Queste in sintesi le osservazioni che Lav, la Lega antivivisezione, ha inviato in una nota, ai servizi veterinari dell’Asp di Agrigento e Caltanissetta, che hanno emanato nuove linee guida per l’identificazione e l’iscrizione dei cani in anagrafe degli animali d’affezione. Secondo quanto stabilito dalle due Asp infatti, il cane per essere identificato con microchip e registrato in anagrafe, deve essere di età inferiore ai due mesi, di proprietà del richiedente ed essere nato da madre di proprietà del richiedente, anch’essa identificata e iscritta nella anagrafe. Nel caso in cui il cane non risponda ai requisiti stabiliti dai servizi veterinari, seppur non tutti siano previsti dalla legge, il richiedente sarà sanzionato.
Nella nota Lav anche un affondo pesante: “ Quanto disposto è potenzialmente illegittimo, perché non previsto da alcuna normativa, oltre ad essere doppiamente disincentivante e dannoso”. Parole dure che non lasciano spazio a mediazioni che vengono concluse ancora più pesantemente: “ La parte nella quale si dice che il cane deve essere nato da femmina di proprietà del richiedente, è assolutamente arbitraria e crea i presupposti per l’evasione dell’iscrizione del cucciolo, oltre a quelli per l’evasione dell’iscrizione della madre non identificata”.
“Per questi motivi – conclude la Lav – chiediamo l’immediato annullamento delle linee guida e rivolgiamo un appello al presidente della Regione, Sebastiano Musumeci, e agli Ordini dei medici veterinari di Agrigento e di Caltanissetta affinché facciano propria la richiesta dell’associazione”.
Redazione Fatti & Avvenimenti