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L’EU si spacca su esportazione grano ucraino: Germania e Francia contro Polonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Romania

Il grano di Kiev diventa una “grana” per L’Europa, 5 paesi confinanti con l’Ucraina non vogliono importare i prodotti agricoli di Kiev e chiedono una proroga che era stata già concessa ad aprile, ma alcuni paesi questa volta si oppongono

La richiesta che ha spaccato l’Unione Europa è stata avanzata dal ministro polacco dell’Agricoltura, Robert Telus, a Bruxelles, a nome della sua Polonia e dell’Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia. Robert Telus ha chiesto ai suoi omologhi Ue di prolungare il divieto di importazione di quattro prodotti cerealicoli (grano, mais, colza e semi di girasole) dall’Ucraina fino alla fine dell’anno, perché “In Polonia si registra una situazione difficile sui mercati dei cereali, dei frutti di bosco e del latte. I prezzi sul mercato dei cereali sono ancora in calo e la situazione è ulteriormente complicata dall’incertezza sul proseguimento del funzionamento del corridoio del grano nel Mar Nero”.

Il ministro polacco dell’Agricoltura, ha spiegato che “Le nostre azioni per difendere gli interessi degli agricoltori nei Paesi dell’Ue non sono dirette contro nessuno, sono un appello alla Commissione europea alla riflessione e alle decisioni necessarie”. Telus ha aggiunto che per Varsavia è “molto importante il corretto funzionamento dei corridoi di solidarietà”. “Siamo un grande produttore di cereali autosufficiente e l’afflusso di volumi aggiuntivi sta destabilizzando il mercato”.

La richiesta che ad aprile era stata votata senza problemi, anche perché in quel momento l’accordo sul Mar Nero con la Russia era in vigore, questa volta ha trovato l’opposizione di Francia e Germania alla una possibile proroga delle restrizioni imposte da aprile da cinque Paesi dell’Est alle importazioni e commercializzazione di grano, mais, colza e girasole ucraini sul loro territorio.

Oggi la situazione è totalmente diversa e l’Ue messa all’angolo da Putin che ha bloccato il transito anche di navi civili nel Mar Nero, cerca di garantirne il transito del grano verso il resto del mondo via terra.

Le attuali restrizioni “temporanee” che dovrebbero terminare a metà settembre, sono servite ai cinque Paesi ad attutire l’impatto sui mercati locali del massiccio afflusso di prodotti agricoli ucraini e la scorsa settimana hanno chiesto la proroga fino alla fine dell’anno. “O la Commissione accetta di preparare regolamenti per prolungare questo divieto, o lo faremo noi stessi”, ha minacciato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, spiegando che sta difendendo gli agricoltori del suo Paese.

La proroga ovviamente è ritenuta “inaccettabile” da Kiev ed oggi è stata aspramente criticata da diversi dei Ventisette, metà dei quali in primavera si erano opposti a queste restrizioni concesse ai cinque Paesi, denunciando distorsioni del mercato comune.