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Migranti, il governo pronto a varare il nuovo decreto: ecco tutte le novità

Il fronte migrante può essere considerato il più grande flop della premier Giorgia Meloni e per metterci una pezza, sta per varare un nuovo decreto legge che approderà oggi in Consiglio dei ministri


Di fatto è la “fase due” per cercare di dare un minimo di credibilità alla promessa elettorale di porre fine all’emergenza migratoria. Il nuovo decreto promette espulsioni più veloci e una serie di norme più rigide per i migranti, tra cui spicca quella sui minori non accompagnati: chi mentirà sulla sua vera età sarà allontanato e anche i sedicenni potranno essere accolti nei Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr), che si avvarranno di quattrocento militari dell’Esercito per vigilare le aree che accolgono i migranti da rimpatriare.
La bozza all’esame del Cdm questo pomeriggio fa affidamento su due le novità.

La prima, quella che sta creando più polemiche, riguarda la stretta contro i “falsi minorenni”. Cioè i migranti che si dichiarano minorenni al loro arrivo sulle coste italiane e non risultano tali dopo i controlli medici. A loro potrà essere comminato un provvedimento di espulsione, così prevede il nuovo decreto per chiunque menta sulla sua identità con l’obiettivo di accedere alle tutele previste per i migranti under-18.

Il secondo punto prevede un giro di vite normativo sui migranti considerati socialmente “pericolosi”. Nel caso di “gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato”, si legge nel decreto, saranno allontanati i “titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo”, ovvero “gli stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio da almeno cinque anni”. Spetterà al ministero dell’Interno, nei casi di urgenza direttamente al Prefetto, disporre l’espulsione. La stretta trova spazio all’interno di un decreto molto più ampio.

Il primo capitolo, appunto, si concentra sugli stranieri pericolosi. Fra l’altro, prevedendo che può essere espulso chi è destinatario di una misura di sicurezza. Il questore può inoltre negare la richiesta di reingresso dell’espulso se ritiene che la sua presenza possa procurare “gravi turbative o grave pericolo all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica”.

La novità più importante rifuarda i “baby-migranti”, cioè gli adolescenti, veri o presunti. Su questo aut-aut il governo cerca di fare chiarezza. Da un lato con la previsione di un provvedimento di espulsione per i giovani destinatari di una condanna giudiziaria per aver dichiarato un’età falsa. Dall’altro introducendo regole più rigide per verificare l’effettiva età di chi sbarca in Italia, attraverso la possibilità per le autorità di controllare al momento dello sbarco, con “rilievi dattiloscopici e fotografici”, i dati anagrafici del migrante.

In assenza di strutture qualificate per carenza di posti, il prefetto può disporre l’inserimento del minore – che a un primo controllo risulti di età superiore ai sedici anni – in una sezione ad hoc dei Cpr, per un periodo massimo di tre mesi.

La norma che sicuramente susciterà le reazioni della sinistra, c’è l’eliminazione dalla lista di categorie “protette” delle donne migranti in gravidanza. Anche se Palazzo Chigi precisa in serata: “Nessuna soppressione, sarà prevista una tutela particolare per tutte le donne che sbarcano in Italia”. Il capitolo finale del decreto stanzia fondi per le Forze di polizia (20 milioni) e mette in campo 400 militari dell’operazione “Strade sicure” per presidiare le stazioni ferroviarie.

Inoltre nel caso di arrivi massicci, come quelli visti in questa estate nell’isola di Lampedusa, il Viminale potrà avvalersi del supporto della Guardia Costiera (sotto il controllo del ministero dei Trasporti di Matteo Salvini). E sempre in situazioni di “estrema urgenza” si potrà poi derogare ai parametri di capienza per le strutture fissate da Regioni ed enti locali, “nella misura non superiore al doppio di quella prevista”.