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Nel centrodestra dopo la “scoppola” in Sardegna ora si teme il voto tra 15 giorni in Abruzzo su Marsilio

Dopo la sconfitta in Sardegna per Giorgia Meloni, indicata come la maggiore responsabile del passo falso, il futuro si complica

È stata la premier ad imporre Paolo Truzzu ed è stata lei negli ultimi mesi a marginalizzare gli alleati vantando di detenere la golden share della coalizione. Ora dunque è il momento si riflettere per evitare di commettere gli stessi errori. La sconfitta ha opacizzato l’immagine della premier anche nel suo partito, come si nota nei volti di diversi esponenti del partito di Fratelli d’Italia ma anche da dirigenti di peso degli altri partiti della coalizione e in Transatlantico affiora un certo nervosismo.

Giorgia Meloni si ritrova davanti a una sconfitta, dopo una sequela di vittorie che andavano avanti da più di un anno ed ora è costretta a ripartire dall’ascolto dei territori e dal ridimensionamento personale e di FdI. Fra due settimane si votarà per le Regione Abruzzo e la preoccupazione che potrebbe finire come in Sardegna aleggia nell’aria. Il candidato Marco Marsilio, governatore uscente meloniano Doc, dai sondaggi è dato in vantaggio di qualche punto, ma l’impressione è che l’effetto Sardegna possa avere un impatto sull’Abruzzo. Il centrosinistra con una coalizione in formato extra larga, che va dalla sinistra ai moderati di Azione e Italia viva passando per Pd e 5Stelle, sostiene Luciano D’Amico e se per il centrodestra dovesse arrivare un’altra sconfitta, la ferita sarebbe difficilmente rimarginabile.