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Niger. Ultimatum a Parigi: “Truppe francesi fuori dal Paese entro 3 settembre”, Senegal schiera soldati in Benin

I manifestanti nigerini hanno chiesto di interrompere la fornitura di cibo, elettricità e acqua alla base francese nella capitale Niamey per costringere le truppe di Parigi a lasciare il Niger, intanto il governo senegalese ha dato mandato ad Air Senegal di trasportare 900 soldati e veicoli da combattimento nella città di Cotonou nel Benin, che potrà essere utilizzata come base arretrata per le forze dell’ECOWAS in vista del prospettato intervento militare contro Niamey

Il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria, recentemente istituito dai golpisti del Niger, ha chiesto che la Francia ritiri le sue truppe dal paese entro il 3 settembre. Alla Francia sono stati infatti concessi 30 giorni per ritirare le sue forze armate dal paese e la data ultima corrisponde al terzo giorno di settembre, non è chiaro cosa accadrà dopo l’ultimatum.

Intanto i manifestanti nigerini ancora per le strade hanno continuato a protestare per la presenza delle truppe francesi nel Paese. Secondo Sky News Arabia, ci sarebbero addirittura richieste al governo golpista di interrompere la fornitura di cibo, elettricità e acqua alla base francese nella capitale Niamey per costringere le truppe a lasciare il Niger.

Intanto la situazione fuori dai confini nigerini non sembra migliorare, l’Ecowas sembra stia ultimando i preparativi per l’intervento militare. Il governo del Senagal sta infatti preparando un contigente da dispiegare in Benin, presumibilmente, prima dell’intervento in Niger sotto l’egida della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS). 

La notizia, riportata ieri dal portale Seneweb, attesterebbe che il governo di Dakar ha richiesto ad Air Senegal di trasportare un contigente di 900 soldati mobilitati e una serie di veicoli da combattimento nella città di Cotonou nel Benin, che potrà essere utilizzata come base arretrata per le forze dell’ECOWAS. Inoltre, secondo il quotidiano senegalese L’Observateur, le autorità senegalesi hanno avviato una campagna di mobilitazione: viene citata una lettera del capo di stato maggiore senegalese, generale Mbaye Cisse, che invita i militari a riunirsi nella città di Thies, nell’ovest del Paese.