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Nonnina di 76 anni e figlio fermati al posto di blocco: picchiano i carabinieri e vengono arrestati, ma è la seconda volta che lo fanno


Una storia decisamente curiosa, che pare quasi assurda,tanto da sembrare una barzelletta.

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Per la seconda volta, nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Ravanusa, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno arrestato in flagranza di reato la signora Lucia Alessi , classe 1941, casalinga ravanusana – “già ben nota alle forze dell’ordine, dicono i Militari –  e suo figlio Giuseppe Burgio, classe 1970, pastore ravanusano, già ben noto alle FF.OO., poiché resisi responsabili di concorso nei reati di: violenza, resistenza e lesioni personali a Pubblico Ufficiale.

Esattamente come successo nel febbraio del 2016, come riportato da Controvoce.it  in questo articolo clicca per leggere, i due, madre e figlio, sono stati fermati ad un posto di blocco dei Carabinieri a bordo della propria auto, ma non avendo nè assicurazione nè patente, si sono scagliati contro i carabinieri. Pochi i dettagli che differenziano i due episodi di violenza contro i militari dell’arma: a febbraio a guidare era il figlio, ed i sue si trovano su una Fiat Uno, ieri sera invece, guidava la madre ed erano su una Volkswagen Golf.

Nello specifico infatti, i Militari dell’Arma, nell’ambito di un controllo alla circolazione stradale eseguito nel centro della cittadina di Ravanusa, hanno intimato l’Alt alla Golf guidata dall’arzilla nonnina 76enne con a bordo il figlio, la quale, ovviamente al fine di sottrarsi al controllo poiché priva della prevista copertura assicurativa per il mezzo e della patente di guida – poiché mai conseguita – , ha tentava vanamente di darsi alla fuga, venendo immediatamente bloccata dopo un breve inseguimento per le vie cittadine.

In tale contesto madre e figlio, indispettiti per l’accertamento cui erano stati sottoposti, senza ragionevole motivazione si sono scagliati contro i militari operanti, colpendoli con violenza fisica e procurando loro lesioni per le quali hanno dovuto successivamente ricorrere a cure mediche presso la locale Guardia Medica, esattamente come già successo a Febbraio 2016.

A quel punto madre e figlio dopo un primo tentativo di opporre attiva resistenza e violenza fisica, sono stati ovviamente bloccati, ammanettati e tratti in arresto. L’autoveicolo è stato posto sotto sequestro in quanto sprovvisto della copertura assicurativa obbligatoria.

Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati accompagnati presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.