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Nuove misure del governo emergenza migranti: rinchiusi nei centri fino a 18 mesi e stretta sui falsi minori

All’invasione di Lampedusa causata dal boom di sbarchi dalla Tunisia, il governo tenta di rispondere con una stretta in due atti, la prima varata ieri dal Consiglio dei ministri

Il governo della premier Giorgia Meloni ha dato il via al piano emergenziale per i rimpatri. Due le direttive: il raddoppio dei Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr), le strutture che ospitano temporaneamente i migranti irregolari finché le procedure di rimpatrio non sono espletate, che attualmente sono dieci, diventeranno venti: uno in ogni Regione. Della costruzione delle nuove strutture si occuperà il Genio dell’Esercito, “da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili”, in modo ha detto Meloni durante la riunione a Palazzo Chigi che “Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane”, dichiarazione in contrasto con quanto sta accadendo a Lampedusa dove l’Aeronautica sta già costruendo un Cpr per circa trecento migranti e la popolazione è insorta.

Nelle nuove direttive i tempi massimi per il trattenimento, e qui interviene il secondo provvedimento approvato dal Cdm, saranno aumentati fino a 18 mesi dentro i Cpr. Sarà un questore a disporre il loro trattenimento finché un giudice non avrà provveduto all’identificazione e all’eventuale procedura di rimpatrio. I nuovi termini non saranno applicati ai richiedenti asilo per i quali varranno le vecchie regole, ovvero chi fa richiesta di protezione internazionale non può rimanere in un Cpr per più di dodici mesi.

Le nuove misure sono inserite in un emendamento al “Decreto Sud” edunque saranno presto operative. Inoltre la premier Meloni ieri parlando in Cdm, ha anticipato che prossima settimana potrebbe esserevarato un nuovo decreto con “norme necessarie a risolvere piccole e grandi criticità legate all’immigrazione di massa”.