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Patto sui migranti, Polonia e Ungheria gelano Meloni: “No secco” a redistribuzione e sanzioni

Polonia e Ungheria sono sempre stati contrari sull’obbligo di solidarietà, con ricollocamenti o versamento di compensazioni sui migranti. Nell’intesa raggiunta l’8 giugno scorso avevano votato no e ieri hanno confermato le posizioni


Varsavia e Budapest hanno bloccato il vertice Ue tenutosi ieri, perché hanno confermato la loro contrarietà alla bozza di conclusioni a cui avevano lavorato ministri e diplomatici. La prima giornata si è chiusa senza un accordo sul capitolo e se ne riparlerà nella sessione che riprenderà oggi alle 9.30, quandi oltre alle migrazioni verrà affrontato anche il capitolo della dimensione esterna, con particolare riferimento alla Tunisia.

Polonia e Ungheria consapevoli che per l’approvazione occorre l’unanimità, hanno ostacolato il via libera sull’accordo approvato a maggioranza qualificata l’8 giugno scorso, con il loro voto contrario e altri quattro paesi astenuti, dai ministri dell’Interno sul Patto per le migrazioni e l’asilo che prevede l’obbligo di solidarietà, con ricollocamenti o – in alternativa – il versamento di compensazioni.

Sia il leader polacco Mateusz Morawiecki e che il presidente dell’Ungheria Viktor Orban, hanno puntato il loro dissenso proprio sull’unanimità, facendo leva sul fatto che le questioni riguardanti le migrazioni non possono essere approvate solo a maggioranza, sulla base delle conclusioni del vertice di giugno 2018. Tuttavia, anche secondo l’opinione, degli uffici giuridici del Consiglio, le conclusioni di un vertice non possono sostituire il testo dai Trattati (che sulla migrazione permettono di legiferare a maggioranza qualificata).

L’accordo approvato dai ministri dell’Interno dovrà quaindi essere negoziato con il Parlamento e se si troverà un compromesso sarà necessario un nuovo voto finale al Consiglio Affari interni. Per questo i due Stati insistono sull’unanimità. In questo potranno ancora dire la propria ed eventualmente bloccare l’approvazione finale del Patto per le migrazioni e l’asilo.

Questa condizione per molti degli altri Stati Ue è inaccettabile, ma per la Polonia, al contrario non è possibile che altri – in questo caso l’Ue – possano obbligare ad accogliere i migranti. “No all’immigrazione clandestina, no all’imposizione di sanzioni pecuniarie o a sanzioni varie”, è il messaggio con cui si è presentato il premier polacco. Il piano polacco – ha spiegato – “è un no all’abbandono della regola dell’unanimità e un sì alla sovranità, alla sicurezza, soprattutto a quella dei confini polacchi, delle strade polacche, delle città e dei villaggi polacchi. Ma ovviamente auguriamo lo stesso ai nostri amici europei”.

“La Polonia – ha aggiunto – sa molto bene cos’è la solidarietà e non abbiamo bisogno che ci venga insegnata. Abbiamo accolto oltre tre milioni di rifugiati. Un milione e mezzo sono ancora nel nostro Paese. Abbiamo aperto case polacche”. Eppure, ha sostenuto Morawiecki, “nel caso dell’Ucraina, la Polonia ha ricevuto scarso sostegno: alcune decine di euro per rifugiato. Nel caso di un rifugiato non accettato dal Medio Oriente, dobbiamo essere puniti con una multa di 20 mila euro o più. Non siamo d’accordo”, ha attaccato.