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Putin conferma: “Da domani pagamento in rubli o chiudo il rubinetto del gas”. Francia e Germania si organizzano

“Nessuno ci vende niente gratis, e noi nemmeno faremo opere di carità. Ciò significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti”

È stato lo stesso Vladimir Putin a dare l’annuncio di ciò che potrebbe accadere a partire da domani. Il presidente russo ha firmato il decreto indicando anche la modalità per adeguarsi: “ I Paesi ostili aprano conti in rubli per pagare il gas”. Germania e Francia rispondono: “Non ci lasceremo ricattare”.

Quello che si temeva da domani potrebbe diventare realtà, la Russia potrebbe chiudere il rubinetto del gas a quei Paesi definiti “ostili” tra cui l’Italia che non pagheranno in rubli. Secondo il Cremlino, i Paesi occidentali dovranno aprire un conto in rubli presso le banche russe per pagare il gas in rubli, sottolineando che si tratta di un passo verso la sovranità finanziaria della Russia. In particolare le operazioni dovrebbero fare perno sulla banca russa Gazprombank, al momento esclusa dalle sanzioni occidentali.

“Offriamo alle controparti di tali Paesi (ostili) uno schema chiaro e trasparente: per acquistare gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe”. Parole chiare quelle di Putin, che aggiunge: “A partire da domani i contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento”.

Poi la minaccia: “Se questi pagamenti non avverranno, lo considereremo un default da parte dei compratori, con tutte le conseguenze del caso. Nessuno vende niente gratis e non faremo la carità, i contratti esistenti saranno bloccati”.

I presidente russo in un incontro con il settore dell’aviazione ha anche sottolineato: “Gli Stati Uniti cercano di incolpare noi per i loro errori di politica economica, sono sempre alla ricerca di qualcuno da incolpare, è abbastanza ovvio, lo vediamo”.

Immediate sono arrivate le risposte, prima del ministro francese Le Maire: “Non accettiamo di pagare in divise diverse da quelle dei contratti” e a seguire del ministro tedesco Habcek: “Non ci faremo ricattare”. I due ministri in una conferenza stampa congiunta a Berlino, hanno dichiarato di essere pronti a questa evenienza.

Secondo quanto ha affermato Le Maire, “potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando”. I due ministri hanno comunque ribadito che Francia e Germania non accetteranno “in alcun modo di pagare il gas in altre divise rispetto a quelle sancite dai contratti”.

Questa mattina il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi in una conferenza stampa in diretta televisiva, ha affermato: “Le parole di Putin sono state: i contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e ha rimarcato che è una concessione solo per loro, continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione su come si faccia a conciliare le due posizioni, dollari e pagare in rubli, è stata lunga e ho ascoltato dicendo che poi i tecnici si sarebbero messi in contatto. Quello che ho capito è che la conversione è un fatto interno alla Federazione Russa. Ora ci sono analisi in corso per capire che significa”.

Infine ha aggiunto: “Mi sembra non sia semplice cambiare valuta di pagamento senza violare i contratti”. Draghi dunque ha escluso il blocco della fornitura di gas in mancanza del pagamento in rubli, ragionamento diametralmente opposto alle parole di Putin. A questo punto la domanda sorge spontanea: Draghi ha capito male? Pare proprio di sì.