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Ribera. “Cotton Day 2018”: il WWF libera dai rifiuti plastici la spiaggia di Seccagrande e poi tutti in acqua


Come annunciato, alle 10 del mattino di San Silvestro una squadra di volontari del WWF Sicilia Area Mediterranea si è presentata all’anteprima del Cotton Day per pulire la spiaggia di Seccagrande, a Ribera

Il Cotton Day è una manifestazione che si svolge ogni anno per ricordare il medico Pietro Cottone, socio WWF, igienista e ambientalista.

Sono stati raccolti diversi quintali di plastiche e, con la collaborazione della RiberAmbiente, grazie all’amministratore Antonino Lo Brutto, saranno ritirati subito dopo Capodanno, visto che il mezzo all’uopo dedicato ha avuto un’avaria al motore.

Con l’aiuto dell’operatore Salvatore Pollicino, in attesa del ritiro, i sacchi sono stati collocati sotto il lungomare, al fine di oscurarne momentaneamente la presenza.

È stato anche riordinato il Gran Pavese del Monumento alla nave Angelika, dover qualche bandiera di era parzialmente sciolta.

I volontari hanno constatato che i rifiuti raccolti provenivano in prevalenza da inciviltà terrestre. Pochi erano i residui d’attività marinare. Molti quelli anche del Pizza Fest di settembre, per i quali si auspica una più attenta cura.

A mezzogiorno circa, un centinaio di persone, con in testa Franco Millefiori, organizzatore del Cotton Day, animate da spirito goliardico, si sono presentate per il rituale bagno di San Silvestro.

Anche il Dr. Domenico Macaluso, responsabile scientifico – settore mare – del WWF Mediterraneo e coideatore del Cotton Day, si era presentato però alle 10 del mattino per ripulire l’arenile con il gruppo di volontari. A questi si sono associati sin dall’inizio due “nuotatori”, Onofrio Musso e Gaetano Stella, per formare un’ottima squadra operativa, insieme al responsabile del gruppo attivo del WWF di Sciacca, arch. Salvatore Mugnai.

Per Giuseppe Mazzotta, Presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, “l’evento è stato un successo in quanto sono state eliminate le plastiche dall’arenile. Plastiche che sarebbero ritornate in mare ad alimentare il circolo vizioso dell’inquinamento invisibile, causato dalle micro particelle, per rientrare nel ciclo alimentare. Al fine di rendere più partecipe la popolazione locale sarebbe stato utile migliorare la comunicazione.”