Si trattava solo di una trovata di grande successo, nulla di scientifico, ovviamente, piuttosto è proprio la scienza a dirci che non una telefonata, bensì è un cane che può davvero allungare la vita del suo padrone
Secondo un recente studio la presenza di Fido accanto a persone over 65 contribuisce in modo concreto a modificare le abitudini di vita in modo da migliorare la salute dei padroni, in primis contribuendo a far raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, ricordiamo, sono quantificati in 150 minuti settimanali di attività moderata o, ma non è il caso degli over 65, in 75 minuti ad alto impatto.
La recente ricerca, pubblicata su “Mayo Clinic Proceedings” ha coinvolto 2000 persone.
Gli specialisti, come prima accennato, hanno sottolineato come il 62% dei padroni faccia una quantità ottimale di attività fisica giornaliera ed un altro 29% un movimento comunque sufficiente, mentre chi non ha un cane fa una quantità ottimale di moto nel 47% dei casi mentre arriva a una quantità appena sufficiente nel 35%. Anche l’attenzione all’alimentazione è maggiore nei padroni di Fido: la loro dieta è ideale o comunque buona nel 91% dei casi, mentre solo l’ 83% di chi non ha cani segue un regime alimentare corretto. Questo miglioramento dello stile di vita si ripercuote su parametri come la glicemia, sensibilmente migliore nell’84% di chi ha un cagnolino, oppure i livelli di colesterolo, ottimali nel 45% di chi ha un cane. Soltanto il fumo sembra più frequente fra i padroni di cani, anche se di poco (27% dei casi contro 22%).
Nonostante questo, tuttavia, i dati mostrano che in generale gli elementi di rischio cardiovascolare sono meno presenti nei proprietari di animali domestici, che in media, peraltro, hanno un girovita inferiore e sono meno spesso ipertesi.
Tenendo conto dei sette parametri per la valutazione del rischio cardiovascolare complessivo indicati dall’American Heart Association, ovvero livello di attività fisica, fumo, alimentazione, indice di massa corporea, pressione arteriosa, colesterolo e glicemia, chi possiede un cane ha uno stile di vita decisamente più “virtuoso” rispetto a chi ha un altro tipo di animale domestico o non ne ha affatto.
Non bisogna poi sottovalutare il benessere psicologico regalato dagli amici pelosi: gli anziani soli possono trovare in un fedele compagno di vita una ragione per uscire di casa ma anche un vero amico, dando così un senso alle proprie giornate e scoprendo un antidoto alla solitudine. Gli studi mostrano come gli over 65 che possiedono un cane soffrono meno di isolamento sociale, hanno minori sintomi di depressione, ansia e deficit cognitivi ma pure un benessere psicologico maggiore e una significativa resilienza di fronte a eventuali disturbi neuropsicologici: un animale è infatti uno stimolo continuo anche per la mente e, se l’anziano è in grado di prendersene cura, ha certamente il potenziale per migliorarne il benessere e la salute fisica e mentale.
La dimostrazione degli innumerevoli benefici fisici ed emozionali che porta la presenza di un cane nella nostra vita è dimostrata dal fatto che coloro che si occupano di un cane non solo hanno una riduzione del rischio cardiovascolare, ma anche un minor rischio di ammalarsi di tumore.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.