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Salute & Benessere. Studio canadese: la proteina Spike dei vaccini a mRNA potrebbe avere un’azione cancerogena

La proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid-19 potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. I farmaci a mRNA, infatti, sintetizzano proteine “inaspettate”

È quanto afferma uno studio condotto dal dottor Michael Palmer, medico canadese e docente universitario, autore di un articolo su Doctors for COVID Ethics. Che le malattie oncologiche fulminanti che, nel giro di pochissimi mesi e in alcuni casi di settimane, conducono al decesso siano in aumento, lo ha detto anche l’Istituto Superiore della Sanità, senza però fornire ulteriori spiegazioni. Si tratta di un fenomeno recente, emerso solo da un paio d’anni, una coincidenza temporale con i picchi vaccinali, quando invece prima si trattava di casi assai rari.

Secondo lo studio del dottor Michael Palmer, le proteine Spike potrebbero favorire la persistenza del cancro, spingendolo a moltiplicarsi in modo esponenziale per invadere il resto del corpo: i turbo-cancri (così definiti per la velocità di propagazione) nei pazienti che hanno ricevuto vaccini a mRNA possono essere spiegati “dall’assorbimento osservato di tali vaccini da parte dei macrofagi e delle cellule dendritiche”. Il nuovo allarme lanciato dal medico canadese e docente universitario, è condiviso da un numero crescente di oncologi clinici e patologi, che no casi di tumori solidi, linfomi e leucemie che si distinguono per la loro crescita insolitamente rapida e la progressione verso metastasi sistemiche.

Il dottor Palmer è convinto che ci sia una correlazione tra i vaccini a mRNA e l’insorgenza e la progressione di forme tumorali, una teoria, risalente al 2012, in tempi non sospetti, con cui Thomas Seyfried, ricercatore sul cancro del Boston College, illustrava le tesi riassunte nel libro Il cancro come malattia metabolica. In sostanza, cercando di rendere il tutto accessibile anche a noi profani in materia, le metastasi insorgono “se le cellule di un tumore che finora è stato solo localmente invasivo si fondono con i macrofagi o le cellule dendritiche”.

Nel caso dei vaccini a mRNA, dunque, le cellule dell’organismo umano che sono “attaccate”, e assorbono la famigerata proteina Spike, interferirebbero con gli antigeni tumorali. Ora, un passaggio molto tecnico, che riportiamo alla lettera per poi spiegare in termini più semplici: “Una delle funzioni biologiche della proteina Spike del SARS-CoV-2 è, infatti, quella di determinare la fusione tra l’involucro virale e la membrana (citoplasmatica o endosomica) della cellula bersaglio”. In sostanza, se la proteina Spike si fonde con una cellula infetta ciò può causare la fusione di quella cellula con quelle vicine. Tali “cellule giganti” sono dette anche “sincizi”, ed è appena il caso di aprire una parentesi per ricordare come, stranamente, sempre a partire da un paio di anni a questa parte, si riscontri nei bambini da 0 a 3 anni un incredibile numero di casi di virus respiratorio sinciziale, secondo l’allarme lanciato da Fabio Midulla, responsabile del reparto di Pediatria Policlinico Umberto I di Roma, e da Giuseppe Banderali, il direttore della Neonatologia e Pediatria dell’Ospedale San Paolo di Milano.

Tornando al turbo-cancro, e parlando ora dei macrofagi, alcuni tumori locali, piccoli e non ancora rilevati, saranno effettivamente “turbo-caricati” dalla fusione con un macrofago innescato dal vaccino, argomenta ancora Micheal Palmer. Inoltre il medico canadese aggiunge che la proteina Spike è stata rilevata dall’immunoistochimica anche nei linfociti, e nel loro caso la concomitante lesione mitocondriale “potrebbe già essere sufficiente a trasformarli in linfomi maligni”.

Infine, viene osservato come i “turbo-cancri” mostrino una risposta molto scarsa alla chemioterapia convenzionale del cancro citotossico. La teoria di Palmer, dunque, è tecnicamente definita “Carcinogenesi per danno al metabolismo mitocondriale e metastasi per fusione dei macrofagi”. Si tratta, grossomodo, di quanto sostiene, sin dal 2020, Mariano Bizzarri, oncologo di fama mondiale. Studi statunitensi, da lui citati, hanno dimostrato che negli animali l’induzione da parte della Spike porta alla esacerbazione di tumori già formati, con aumento di metastasi, per non parlare dello stesso inventore della tecnologia mRNA, Robert Malone, che ne ha sconfessato l’uso per i vaccini antiCovid.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cadenza settimanale.