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Sfida di satelliti spia fra Corea del Nord e del Sud: anche Seul mette ne mette in orbita uno con SpaceX

La Corea del Sud lancia il suo primo satellite spia, due settimane dopo il lancio di una sonda da parte di Pyongyang

Dopo appena dieci giorni dal lancio del primo satellite spia militare da parte di Pyongyang, anche Seul ne mette in orbita uno trasportato da uno dei razzi SpaceX Falcon 9 di Elon Musk, decollato dalla base spaziale americana di Vandenberg, in California, alle 10:19 ora locale (le 19.19 in Italia) di ieri. Il progetto prevede il lancio di altri quattro satelliti spia per la fine del 2025 allo scopo di accrescere le capacità di ricognizione.

“È una bellissima giornata per il lancio e il Falcon 9 è decollato con successo dalla base della forza spaziale di Vandenberg”, ha detto un annunciatore di SpaceX durante la trasmissione in diretta. Sul razzo con la scritta brn in evidenza ‘Korea’.

Il satellite che è di fabbricazione nazionale, si trova in orbita tra i 400 e i 600 chilometri sopra la Terra e consentirà a Seul di sorvegliare la Corea del Nord. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa sudcoreano, dovrebbe essere in grado di individuare un oggetto delle dimensioni di 30 centimetri.

Si tratta di una risposta militare alla Corea del Nord che nei giorni scorsi ha messo in orbita con successo il proprio satellite spia, il “Malligyong-1”, con l’evidente aiuto tecnico ricevuto da Mosca, in cambio della fornitura di armi da utilizzare nella guerra della Russia con l’Ucraina. Il satellite secondo quanto comunicato da Pyongyang, avrebbe già fornito immagini dei principali siti militari statunitensi e sudcoreani e anche di Roma.

Dopo la messa in orbuta del satelite un funzionario statunitense ha dichiarato che Washington disponeva di vari “mezzi reversibili e irreversibili” per “privare un avversario delle sue capacità spaziali e contrastarlo”. Una minaccia verso la Corea del Nord, che ha immeditamente risposto con una contro minaccia, tramite l’agenzia di stampa ufficiale KCNA: “Un’operazione del genere sarebbe considerata una dichiarazione di guerra”, aggiungendo di essere pronti ad abbattere i satelliti spia degli Stati Uniti in risposta a “qualsiasi attacco” contro il proprio.