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Si sente male e va in ospedale: visitato e mandato a casa tre volte muore per emorragia cerebrale. Sei medici indagati

Sei medici sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, a seguito del’esposto presentato in Procura dai familiari di un 40enne morto per un’emorragia cerebrale dopo essere stato rimandato a casa tre volte dall’ospedale

Andrea Naliato, un camionista di 40 anni, il 4 novembre scorso è morto a causa di un’emorragia cerebrale dopo essersi recato per tre volte alla guardia medica e al Pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia in provincia di Padova. I familiari, non convinti che l’uomo sia stato ben curato, hanno presentato un esposto e la Procura ha aperto un’inchiesta, in seguito alla quale sei medici sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.

I familiari nell’esposto hanno raccontato che Naliato, nei giorni precedenti al decesso, si era recato per ben tre volte dai medici, una volte alla guardia medica e due presso il Pronto soccorso di Schiavonia per forti dolori e un senso di oppressione a livello del cranio e per ben tre volte è stato rimandato a casa. Il primo episodio risale al 21 ottobre, quando Naliato telefonò al padre e alla fidanzata dicendo che stava partendo da Roma, ma che non si sentiva per niente bene per via di un violento mal di testa. Pensando che si trattasse di una banale influenza, Andrea Naliato aveva preso una tachipirina ma senza nessun tipo di effetto. Rientrato ad Arre, nella propria abitazione, il 26 ottobre ha deciso di farsi accompagnare in guardia medica dove gli è stata prescritta una normale terapia farmacologica per la pressione alta.

Dopo giorni di sofferenze e dopo essersi rivolto anche al medico di base, la mattina del 28 ottobre l’uomo si è presentato per la prima volta al pronto soccorso di Schiavonia, dove i medici hanno misurato una pressione 170-120, intuendo che qualcosa che non andava il 40enne è stato quindi sottoposto a due tac, entrambe registrate con esito negativo e dopo essere stato dimesso una prima volta, gli viene raccomandato di seguire una terapia farmacologica più intensa e di comunicare con il medico via Whatsapp in caso i sintomi non si fossero attenutati.

Infine il 31 ottobre, Naliato si è ripresentato al pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia, con fortissimi dolori alla testa che non accennavano a sparire né ad attenuarsi. La pressione era sempre molto elevata nonostante avesse aumentato il dosaggio dei farmaci che gli erano stati prescritti per tenerla sotto controllo. Sottoposto anche a una visita cardiologica completa, è stato comunque dimesso prima di mezzogiorno. Quarantotto ore dopo, l’ultimo fatale malore, quando mentre si trovava in casa con la sua compagna.è caduto a terra privo di sensi. Il 3 novembre ne è stata dichiarata la morte cerebrale, il giorno seguente il decesso per emorragia di un aneurisma cerebrale.

I genitori Sergio e Donatella e la compagna Silvia non si danno pace e temono che questa tragedia si sarebbe potuta evitare se Andrea fosse rimasto in ospedale in un ambiente controllato ed hanno quindi deciso di presentare un esposto che al momneto ha portato all’incriminazione di sei medici che sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo,