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Terremoto Turchia Siria: superate le previsioni dell’Oms, i morti sono oltre 21mila e più di 70 mila i feriti

Il bilancio è ancora provvisorio ma terrificante e continua a salire, i morti sono oltre 21mila e più di 70 mila i feriti, superando anche le catastrofiche previsioni dell’Oms

Sono passati 4 giorni dalla prima violentissima scossa di terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria e il bilancio delle vittime diventa da apocalisse, i morti sono già più 21 mila ed ormai la probabilità di trovare ancora sopravvissuti sotto le macerie è diventata solo una flebile speranza.

In Turchia dove si contano più morti, le ricerche sono terminate solo a Urfa e Kilis, mentre nelle altre città colpite si cerca ancora, ma più le ore passano e meno sono le speranze di trovare sopravvissuti. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso che “nessuno rimarrà senza casa” e promette una ricostruzione rapida, entro un anno, e 10 mila lire turche (circa 500 euro ndr) per ogni persona colpita dal terremoto. “Una volta che lo stato d’emergenza è approvato dal parlamento siamo pronti a partire con la ricostruzione delle aree colpite. Lo abbiamo fatto in passato e lo rifaremo”, ha promesso nelle stesse ore in cui il Parlamento lavorava per il via libera a 3 mesi di stato d’emergenza.

Le squadre di soccorritori giunte dall’estero in Turchia sono migliaia e ieri dopo ore di lavoro hanno estratto una donna incinta, in vita, dalle macerie di Malatya, una delle principali città colpite, quando dal sisma erano già trascorse 82 ore. Sempre ieri a Malatya sono state tratte in salvo vive altre due persone, tra cui un bambino di 4 anni.

Il ministero degli Esteri turco ha specificato che squadre di soccorso sono giunte da 53 diversi Paesi, sono in tutto 6.153 i soccorritori stranieri già da giorni sul campo e altri 2.449 sono in arrivo da altri 20 Paesi. Sono infatti in tutto 95 le nazioni che hanno offerto sostegno alla Turchia in questi giorni difficili.

In Siria la situazione è molto più incerta, i morti nelle aree controllate dal governo sono 1.262 e 1.930 in quelle sotto il controllo dei ribelli nel Nord-Ovest e i feriti in totale risultano essere 5.158.

Sempre eri un convoglio umanitario delle Nazioni Unite formato da sei veicoli attraverso i valichi frontalieri della Turchia si è messo in movimento per dare sostegno alle aree sotto controllo di gruppi di opposizione. Dal posto d frontiera aperto fra i due Paesi, a Bab al-Hawa, è transitato un primo convoglio di aiuti Onu diretti nelle regioni controllate dai “ribelli” nel Paese in cui infuria da 12 anni la guerra civile. Si tratta di materiali per assistere circa 5 mila sopravvissuti, ma i soccorritori dei Caschi bianchi hanno contestato che si tratta di forniture inadatte all’emergenza attuale.

Oltre al convoglio Onu, in Siria, sono giunti soccorsi da Russia e Iran, due Paesi da sempre alleati del regime del presidente siriano Bashar al Assad. Ieri sera il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva dichiarato che Ankara stava lavorando all’apertura di due diversi passaggi di frontiera per permettere ad aiuti umanitari di raggiungere le aree colpite, in particolare quelle in mano ai gruppi di opposizione al regime di Damasco.

Ieri in Siria è arrivato in visita il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, per mostrare l’impegno dell’organizzazione a cercare di sostenere le popolazioni colpite e prevenire ulteriori catastrofi sanitarie dovute alla mancanza di igiene e al freddo rigido di questi giorni. Anche ad Antakya, principale centro della provincia dell’Hatay, segnali di vita sono giunti da due diverse persone che si sta cercando di salvare in queste frenetiche ore. Intanto ha superato quota 35 mila il numero degli evacuati da parte della protezione civile turca dall’area devastata dal sisma.