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Ucraina. Draghi telefona a Zelensky e lo rassicura: pronto il quinto invio di armi dall’Italia

“Il presidente Draghi ha confermato il continuo sostegno da parte del governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraine in tutti gli ambiti”

La notizia è stata resa nota da Palazzo Chigi che ha diffuso gli esiti della telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “il colloquio, si è incentrato sugli ultimi positivi sviluppi della controffensiva ucraina e della situazione sul terreno, anche con riguardo alla sicurezza della Centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Draghi ha assicurato a Kiev il “continuo sostegno” dell’Italia tramite un quinto decreto interministeriale (Esteri, Difesa e Mef) che è allo studio di Palazzo Chigi, nel quale è previsto un nuovo invio di armi. Ancora da definire  la data del nuovo invio, ma da ambienti vicini al Copasir (dove il decreto arriverà dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) si parla della prossima settimana o quella successiva. Quindi ad inviare le nuove armi, subito prima o subito dopo il voto, sarà ancora una volta il governo Draghi. 

Ma a ratificare questo quinto decreto sarà il nuovo governo, con un passaggio con voto del nuovo Parlamento. Di fatto sarà il primo test per capire se Fratelli d’Italia e la Lega sul tema guerra Ucraina la pensano allo stesso modo.

Ma non è finita, Draghi per un’eventuale missione Ue, ha anche dato disponibilità di addestrare con personale italiano le truppe ucraine, decisione quest’ultima che dovrebbe essere presa a fine ottobre insieme ad altri Paesi. 

L’unica voce contraria è stata quella del leader del M5S Conte: “Il Movimento 5stelle è contrario a un nuovo, eventuale invio di materiale bellico a Kiev”. Ha detto a Radio24 il presidente Giuseppe Conte. “Gli ucraini in questo momento non hanno bisogno di nuovi invii di armi da parte dell’Italia, – ha aggiunto Contesono massicciamente armati da Usa e Gran Bretagna. Ci deve essere un partner capace con i suoi sforzi diplomatici di trovare una soluzione al conflitto, questo può essere l’Italia. L’Ucraina – conclude il leader – ha bisogno di grandi sforzi diplomatici per uscire dal conflitto” .