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Ucraina. La NATO ammette: “USA e UE insieme producono un terzo delle munizioni prodotte dalla sola Russia”

L’ammissione da parte di James Appathurai, vice assistente del Segretario Generale della Nato per l’Innovazione, l’Ibrido e il Cyber. E il professor Alessandro Orsini rincara la dose: “La Russia è un singolo Paese; la Nato è composta da 32 Stati. La guerra in Ucraina è stata un duro colpo per i complessi di superiorità dell’Occidente”

Il Ministro della Difesa russo Shoigu in visita in un impianto di produzione russo di munizioni per l’artiglieria.

“Ora il 30% del pil russo è dedicato alla difesa, le fabbriche producono 24 ore su 24 e in alcuni casi sono state nazionalizzate, le catene di produzione sono state ottimizzate ed evadono le sanzioni facilmente: i russi ora producono annualmente il triplo delle munizioni di artiglieria di Usa e Ue insieme”. Lo ha detto James Appathurai, vice assistente del Segretario Generale della Nato per l’Innovazione, l’Ibrido e il Cyber al forum europeo sulla sicurezza e la difesa. “È chiaro che dobbiamo fare le cose in modo diverso, e comunicarlo agli europei e ai canadesi”.

La notizia non stupisce molti e certamente non il professor Alessandro Orsini, che in un suo post social giusto ieri aveva infatti affermato che: “Stati Uniti ed Europa riescono a produrre al massimo 1,2 milioni di munizioni all’anno per l’artiglieria; la Russia riesce a produrne 3 milioni. La Russia è un singolo Paese; la Nato è composta da 32 Stati. La guerra in Ucraina è stata un duro colpo per i complessi di superiorità dell’Occidente”.

Intanto l’industria bellica russa non si ferma a produrre quanto già conosciuto, ma si sviluppa anche sull’innovazione: è di oggi la notizia che il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha partecipato alla presentazione di oltre 30 nuovi prototipi di armamenti presso il Patriot Congress and Exhibition Center fuori Mosca, presentati da ben 18 industrie diverse della difesa. Inoltre, Shoigu ha dato ordine di accelerare l’introduzione in servizio con l’esercito russo delle nuove armi, se queste sono state già testate con successo nella “zona operativa militare speciale”, ossia, in Ucraina e se le catene di produzione possono avviarne la produzione in serie.